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Le avventure di Peter Pan
di James Matthew Barrie
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 “Mi pare che anche tu pensi che non ho alcuna probabilità”, disse Brownie esitante.  

“Non dico questo”, rispose cortesemente Maimie,”certo il tuo viso e proprio un po’ casalingo, ma...” In verità la situazione per lei era decisamente imbarazzante. Fortunatamente si ricordò di suo padre e della fiera di beneficenza. Egli era andato a una elegante fiera di beneficenza, dove il secondo giorno erano visibili, per mezza corona, tutte le più belle signore di Londra. Quando era tornato a casa invece di essere scontento della mamma di Maimie aveva detto, "non puoi immaginare, mia cara, che sollievo sia rivedere un volto casalingo".  

Maimie racconto questa storia a Brownie che riprese decisamente coraggio, tanto che non ebbe più il minimo dubbio di essere scelta dal Duca. Cosi se ne corse via sul nastro, gridando a Maimie di non seguirla, temendo che la Regina le facesse del male. Ma la curiosità continuo a spingere Maimie avanti e, all’altezza dei sette castagni spagnoli, vide una luce meravigliosa. Si avvicinò guardinga, finché non fu vicinissima e poi si mise a spiare nascosta dietro un albero.  

La luce, che si levava alta da terra ad altezza di bambino, era composta da miriadi di lucciole che si tenevano attaccate l’una all’altra, formando un abbagliante baldacchino sopra il cerchio delle fate. C’erano migliaia di piccoli esseri che guardavano lo spettacolo, ma erano nell’ombra e grigi in confronto alle meravigliose creature dentro quel cerchio luminoso. Esse erano cosi splendenti che Maimie fece fatica tutto il tempo a tenere gli occhi aperti per guardarle.  

Era stupefacente e perfino irritante per lei che il Duca delle margherite natalizie potesse restare anche solo per un attimo indifferente all’amore. Eppure, che sua triste grazia fosse cosi, lo si capiva dalle occhiate umiliate della Regina e della corte (pur se fingevano indifferenza). Lo si capiva dalle graziose signore, che condotte davanti a lui per la sua approvazione, scoppiavano in lacrime quando si sentivano dire di allontanarsi, e dalla faccia scura di lui.  

Maimie riusciva anche a vedere il pomposo dottore che ascoltava il cuore del Duca, e lo sentiva emettere quella sua voce da pappagallo, ed era dispiaciuta per i cupidi che se ne stavano in angoli oscuri coi loro berretti da pagliaccio e ogni volta che sentivano dire quel “freddo, proprio freddo”, abbassano tristemente le loro testine.  

Era delusa di non vedere Peter Pan, e io posso dirvi ora perché quella notte era così in ritardo. La sua barca si era trovata sulla Serpentina incastrata tra i banchi di ghiaccio vaganti e aveva dovuto aprirsi con un certo rischio un varco con il suo fedele remo.  

Le fate non avevano, si può dire, ancora sentito la sua assenza perché avevano il cuore troppo oppresso per danzare. Quando sono tristi esse dimenticano tutti i passi e li ricordano immediatamente quando sono allegre. David mi ha detto che non dicono mai,”siamo felici”, dicono invece "siamo in danza”.  

Ebbene avevano un’aria tutt’altro che in danza, quando a un tratto tra gli spettatori scoppiò una risata, causata da Brownie, che era arrivata in quel momento e insisteva per essere presentata al Duca.  

Maimie allungò il collo ansiosa di vedere come se la sarebbe cavata la sua amica, ma in realtà non aveva speranza. Nessuno sembrava avere la minima speranza eccetto Brownie stessa che era assolutamente fiduciosa, Fu portata davanti a sua grazia, e il dottore mettendo con noncuranza un dito sul cuore ducale, al quale per riguardo si giungeva attraverso una porticina a scatto che era nella sua camicia di diamanti, aveva cominciato a dire meccanicamente, a freddo, pro...” quando si fermò bruscamente.  

“Ma cos’e?” grido. Quindi, prima scosse il cuore come un orologio, poi vi accostò l’orecchio.  

“Perbacco!” gridò il dottore, e a questo punto gli spettatori furono percorsi da una tremenda eccitazione, fate cadevano svenute a destra e a sinistra. Tutti fissavano senza fiato il Duca che era come spaventatissimo e aveva l’aria di chi volesse fuggire. 

“Misericordia divina!” mormorò il dottore fra sé e sé. Evidentemente ora il cuore era già in fiamme, perché egli dovette con uno strappo ritirare in fretta le dita e mettersele in bocca.  

L’incertezza era terribile. Poi con voce sonora e con un profondo inchino,”Duca, mio signore”, disse il dottore esultante,”ho l’onore di informarla che vostra grazia è innamorato”.  

Non potete immaginare l’effetto di queste parole. Brownie tese le braccia al Duca e lui vi si gettò, la Regina si getto tra le braccia del Lord Ciambellano e le dame della corte si gettarono nelle braccia dei loro cavalieri, perché l’etichetta vuole che si segua l’esempio della regina in ogni cosa. Così in un solo momento ebbero luogo cinquanta matrimoni, perché gettarsi nelle braccia l’uno dell’altro significa sposarsi, negli usi delle fate. Naturalmente deve essere presente un sacerdote,  

Che salti e che gioia tra la folla! Squillarono le trombe, apparve la luna e immediatamente migliaia di coppie afferrarono i suoi raggi come se fossero nastri in una danza di maggio e si abbandonarono a un valzer ballando sfrenatamente intorno al cerchio delle fate. E lo spettacolo più gioioso era quello dei cupidi che si strapparono l’odioso berretto da pagliacci e lo lanciarono in aria. E allora arrivò Maimie sciupando ogni cosa. Non poteva farne a meno. Era pazza di gioia per la fortuna della sua piccola amica, così fece qualche passo avanti e grido con trasporto:”Oh, Brownie, e magnifico!”  

Tutti si fermarono di colpo, la musica tacque, le luci si spensero e tutto questo avvenne nel tempo di dire ”ah!” Una tremenda sensazione di pericolo assalì Maimie. Si ricordo troppo tardi di essere una bimba perduta in un posto dove nessun essere umano deve trovarsi tra la chiusura e l’apertura dei cancelli; udì il mormorio della folla infuriata; vide migliaia di spade lampeggianti in cerca del suo sangue; lanciò un grido di orrore e fuga.  

E come fuggi! Pareva che gli occhi dovessero schizzarle fuori dalle orbite. Si fermò parecchie volte ma poi saltava su in fretta e riprendeva a correre. La sua piccola mente era così stretta dal terrore che non sapeva più di essere nei giardini, L’unica cosa di cui era sicura era che non doveva mai smettere di correre e infatti le pareva ancora di correre molto dopo che si era lasciata cadere fra le magnolie e s’era addormentata. Credeva che i fiocchi di neve che le cadevano sulla faccia fossero i baci della buona notte della sua mamma. Credeva che il manto di neve che la ricopriva fosse una morbida coperta e cercava di tirarsela sulla testa. E quando sentì parlare in sogno credette fosse la mamma che accompagnava il babbo nella camera dei bambini per guardarla mentre dormiva. Ma erano le fate.  

Sono tanto felice di potervi dire che non desideravano più farle del male. Quando Maimie era fuggita le fate avevano riempito l’aria di grida come ”uccidetela”, ”trasformatela in qualcosa di estremamente sgradevole!” eccetera, ma l’inseguimento era stato ritardato perché erano nate discussioni su chi avrebbe dovuto marciare in testa, e questo dette tempo alla duchessa Brownie di gettarsi ai piedi della Regina e di chiedere grazia.