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Le avventure di Peter Pan
di James Matthew Barrie
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 di cui non conosceva i pericoli ma li sospettava, e così ancora una volta issò la sua camicia da notte e andò sempre più allontanandosi dalle ombre, finché non colse un vento favorevole che lo portò verso occidente, ma a una tale velocità che fu sul punto di andare a sbattere contro il ponte. E, avendolo evitato, vi passo sotto e, con sua grande gioia, arrivò perfettamente in vista dei deliziosi Giardini. Ma avendo tentato di gettare l'ancora, che era una pietra attaccata a un pezzo di filo dell'aquilone, non trovò il fondo e fu costretto ad allontanarsi alla ricerca di un ancoraggio. Poi, proseguendo con cautela, urtò contro uno scoglio a fior d'acqua che lo gettò fuori bordo per la violenza del colpo e stava per annegare, ma si riafferrò al battello risalendovi. In quel momento scoppiò un terribile temporale, accompagnato da un ruggire di acque, tale che non aveva mai udito l'uguale, e fu sballottato di qua e di là, e le sue mani erano cosi intirizzite dal freddo che non poteva chiuderle. Avendo poi scampato questo pericolo, fu misericordiosamente portato in una piccola baia dove la sua barca navigò in pace.  

Tuttavia non era ancora in salvo perché nell'atto di sbarcare, trovò una moltitudine di gente minuscola schierata sulla spiaggia che si opponeva al suo sbarco e gli gridava con voce stridula di andarsene perché l’ora di chiusura era passata da un pezzo. E facevano ciò con un gran brandire le loro foglie di agrifoglio; e inoltre un gruppo di essi portava una freccia che qualche bambino aveva lasciato nei Giardini, ed erano pronti a servirsene come ariete.  

Allora Peter sapendo che erano fate, grido loro che non era un essere umano comune e che non desiderava scontentarli, ma essere loro amico; tuttavia, avendo trovato un porto ridente, non se la sentiva di ritirarsi da cotal luogo, e li ammonì nel caso avessero cercato di molestarlo di tenersi pronti alla guardia.  

Cosi dicendo prese coraggiosamente terra e loro gli si radunarono intorno col proposito di condurlo a morte, ma proprio in quel punto levaronsi fra le donne alte grida, dappoiché quelle osservarono che la sua vela era una camicia da notte da bambino. Dopo la tal cosa lo presero immantinente a ben volere e rammaricaronsi d'essere i loro grembi troppo piccoli, la qual cosa non posso spiegare se non dicendo che tale è il fare delle donne. Cosicché le fate uomini osservando il comportamento delle loro donne, sulla cui intelligenza facevano grande assegnamento, rinfoderarono le armi e lo condussero civilmente dalla loro regina che gli conferì il privilegio di frequentare i giardini dopo l'ora di chiusura, e d'allora innanzi Peter poté andare in qualsivoglia luogo gli aggradisse e le fate ebbero l'ordine di agevolarlo in alcunché.  

Questo fu il suo primo viaggio ai giardini e dal linguaggio antiquato potete concludere che avvenne molto tempo fa. Ma Peter non diventa mai vecchio e se noi potessimo osservarlo sotto il ponte questa notte (ma, naturalmente, non possiamo) oso dire che lo vedremmo issare la sua camicia da notte e veleggiare o remare verso di noi dentro il nido di tordo. Quando va con la vela sta seduto ma si alza in piedi quando rema. Vi racconterò fra poco come ebbe il remo.  

Molto prima che arrivi l'ora dell'apertura dei cancelli lui se la svigna nell'isola, perché la gente non deve vederlo (dopo tutto non è tanto umano) ma questo gli permette qualche ora di gioco, e lui gioca esattamente come i veri bambini. Almeno lo crede, ed è una delle cose patetiche di lui il fatto che spesso gioca in modo assolutamente sbagliato. Vedete, non c'era nessuno che gli diceva come giocano veramente i bambini, perché le fate se ne stanno tutte più o meno nascoste fino all'ora del tramonto e così non sanno niente, e benché gli uccelli pretendevano di essere in grado di insegnargli una quantità di cose, e straordinario quanto poco sapessero quando veniva il momento di insegnargliele.  

Gli dissero la verità su come si gioca a rimpiattino, e lui spesso gioca da solo, ma neanche le anatre del Laghetto Rotondo seppero spiegargli che cos'è che rende il Laghetto cosi affascinante per i bambini. Ogni notte le anatre dimenticano tutti gli avvenimenti del giorno, eccetto quanti pezzi di torta gli sono stati gettati. Sono creature squallide e dicono che le torte non sono più quelle che erano ai tempi della loro gioventù. 
Così Peter dovette scoprire da solo molte cose. Giocava spesso alle navi nel Laghetto Rotondo, ma la sua nave era solo un cerchio che aveva trovato sull'erba. Naturalmente non aveva mai visto un cerchio e si domandava come si fa a giocare coi cerchi e decise che si gioca fingendo che siano barche. Inevitabilmente questo cerchio affondava subito, ma lui si infilava nell'acqua per prenderlo e a volte lo trascinava allegramente intorno all'orlo della vasca ed era proprio orgoglioso pensando di aver scoperto quello che i bambini fanno col cerchio. Un'altra volta avendo trovato un secchiello di un bambino credette che bisognasse usarlo per sedile e vi si sedette con tanta energia che a stento poté trarsene fuori. Trovò anche un palloncino, che rimbalzava qua e là per la Gobba, proprio come se stesse giocando per conto suo, e riuscì a prenderlo dopo una caccia emozionante. Ma pensava fosse una palla, e Jenny la Passera gli aveva detto che i bambini danno i calci alle palle, quindi si mise a calciarlo, dopo di che non riuscì più a trovarlo.  

Forse la cosa più sorprendente che trovò fu una carrozzina. Era sotto un tiglio, vicino all'entrata del Palazzo d'Inverno della Regina delle Fate (che si trova in mezzo a sette castagni selvatici in cerchio) Peter si avvicinò ad essa con circospezione