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Le avventure di Peter Pan
di James Matthew Barrie
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 ha l'abitudine di sbirciare per vedere lei cosa fa. E’ gente molto curiosa, e preme con forza la faccia contro i vetri, per la qual cosa i loro nasi sono prevalentemente schiacciati. Le strade sono lunghe chilometri e chilometri e serpeggianti e su ogni lato hanno sentieri fatti di tessuto pettinato di lana lucente. Gli uccelli erano soliti rubare il tessuto per i loro nidi, ma è stato messo un poliziotto per tenerlo fermo a una delle estremità.  

Una delle grandi differenze tra le fate e noi è che loro non fanno mai niente di utile. Quando il primo bambino rise per la prima volta, il suo riso ruppe in milioni di frammenti che se ne andarono saltando tutt'intorno. Quella fu la nascita delle fate. Inoltre sembrano terribilmente occupate, come se non avessero un attimo di tempo, ma se poi vi salta in mente di chiedergli cosa stanno facendo non saprebbero minimamente cosa rispondervi. Sono terribilmente ignoranti e tutto quello che fanno è finzione. Hanno un portalettere, ma non va mai da nessuno, eccetto che a Natale con la sua scatolina, e benché abbiano belle scuole non vi si insegna niente; e essendo il bambino più piccolo la persona più importante, lo prescelgono sempre come direttore, e quando ha fatto l'appello escono tutti per una passeggiata e non tornano mai indietro. E’ degno di nota il fatto che nelle famiglie delle fate il più piccolo è sempre la persona più importante e di solito diventa principe o principessa. I bambini lo ricordano e credono che dovrebbe accadere lo stesso anche fra gli esseri umani, e questa è la ragione per cui spesso si sentono inquieti quando colgono la loro madre che prepara segretamente un nuovo corredo per la culla.  

Avrete probabilmente notato come la vostra sorellina vuol fare tutte le cose che la mamma e la bambinaia non vogliono che faccia: per esempio, alzarsi quando è il momento di sedersi, e sedersi quando è il momento di alzarsi, o svegliarsi quando dovrebbe dormire, o strisciare a quattro zampe per terra quando ha il vestitino più bello, ecc. ecc., e forse pensate che siano capricci. Ma non è così, significa solo che si comporta come ha visto fare alle fate; comincia col seguire le loro abitudini e poi ci vogliono due anni circa per riportarla alle abitudini degli esseri umani.  

I suoi scoppi di collera, cosi orribili a vedersi e che sono generalmente chiamati dentizione, non c'entrano con questa, invece la piccola è esasperata ovviamente perché, pur parlando una lingua intelligibile, noi non la comprendiamo. Parla fatese. Mamme e bambinaie capiscono i suoi discorsi prima di ogni altra persona. Come “Dam“ che vuol dire “Dammelo Subito” oppure “Pep”: «Perché hai un cappello cosi ridicolo?” Ciò dipende dal fatto che stando tanto spesso coi bambini esse hanno imparato un po' la lingua delle fate.  

Recentemente David si è messo a ripensare intensamente alla lingua delle fate, con i pugnetti stretti alle tempie e si è ricordato di alcune frasi che un giorno o l'altro vi dirò, se non le dimentico. Le aveva sentite ai tempi in cui era un tordo e pur avendogli io suggerito che forse quello che si ricorda è in realtà linguaggio degli uccelli, lui dice di no, perché queste frasi parlano di giochi e di avventure e gli uccelli non parlano d'altro che di costruzione di nidi. Ricorda distintamente che gli uccelli avevano l'abitudine di andare da un punto all'altro, come signore davanti alle vetrine dei negozi, guardando i vari tipi di nidi e dicendo, “Mia cara, non è il mio colore “ e “non andrebbe meglio ricoperto con una fodera morbida?” e “ma durerà?” e “che orrenda guarnizione”, e così via.  

Le fate sono ballerine deliziose ed è per questo che uno dei primi gesti del bambino è farvi segno di ballare per lui e quando lo fate piange. Le fate tengono i loro grandi balli all'aperto in un cerchio che è chiamato il cerchio delle fate. Dopo, per settimane, questo cerchio lo si può vedere sull'erba.. Non c'è quando il ballo comincia, ma si forma a furia di ballare il valzer in girotondo. Qualche volta dentro al cerchio si trovano dei funghi e sono le sedie delle fate che la servitù ha dimenticato di portar via. Le sedie e i cerchi sono gli unici segni rivelatori che questa gente minuscola lascia dietro di sé, e toglierebbero anche questi se non fossero cosi appassionate del ballo. Infatti muovono i piedi proprio fino al momento in cui si riaprono i cancelli. David e io una volta abbiamo trovato un cerchio delle fate ancora caldo.  

Ma c'è anche un altro modo di venire a sapere del ballo prima che avvenga. Conoscete i cartelli che espongono quotidianamente l’ora di chiusura dei giardini. Bene, quelle astute fate a volte cambiano furtivamente il cartello la sera del ballo, cosi si legge, per esempio che i giardini chiuderanno alle sei e mezzo invece che alle sette. Per cui possono incominciare mezz'ora prima.  

Se in quelle notti potessimo rimanere nei Giardini, come fece la famosa Maimie Mannering, potremmo assistere a scene stupende. Vedremmo centinaia di graziose fate affrettarsi verso il ballo, quelle sposate con le fedi matrimoniali intorno alla vita, i signori tutti in uniforme che reggono le code alle signore e valletti che corrono avanti portando gli alkekengi che sono le lanterne delle fate. Vedremmo il guardaroba dove indossano le pianelle d'argento e prendono lo scontrino per i loro mantelli; i fiori che arrivano a frotte dalla piccola passeggiata per guardare, e che sono sempre bene accolti perché possono prestare qualche spillo; la tavola imbandita per la cena con la Regina Mab a capotavola, e dietro la sua sedia il Gran Ciambellano che porta un soffione sul quale soffia quando Sua Maestà vuol sapere l'ora.  

La tovaglia varia a seconda delle stagioni, e in maggio è fatta di fiori di castagno. Il metodo che seguono i servi delle fate è questo: una ventina di camerieri si arrampicano sugli alberi, scuotono i rami, e i fiori cadono come neve.