Come risalire all'altezza dei Sanniti con l'antropometria
La ricerca scientifica sul fisico dei
popoli scomparsi Con l'antropometria si riesce a stabilire l'altezza di
un individuo studiando le proporzioni delle ossa dello scheletro venuto
alla luce nei ritrovamenti archeologici. La
ricerca, mediante le misurazioni di ciò che resta in una sepoltura,
perciò, può portare con sufficiente approssimazione, anche
con l'uso
di equazioni e dati statistici, alla realtà dell'epoca. Appare ovvio
che, all'aumentare dei reperti, ci si avvicina sempre più alla
precisione del metodo. Ma ormai esso è riconosciuto come attendibile se
è vero che sia cambiato poco fin dai primi del 1900 quando gli studiosi
del periodo pubblicarono approfonditi e convincenti risultati delle
loro
indagini. I risultati sulla statura Il dottor Guido Angelotti, già agli inizi del 1900, scrisse un ottimo saggio su due crani rinvenuti nella zona di Chiusi, in Toscana, e perciò riguardanti il territorio etrusco. L'altezza dei soggetti, che lui ricavava dall'analisi delle ossa, è di cm.168, non diversa da quella che è indicata anche da altri ricercatori, in particolare dal professor Mosso e dal Sergi, ugualmente degli inizi del millenovecento. Seppure in detto saggio non si parli in maniera specifica della zona abitata dai Sanniti, si può ritenere con sufficiente approssimazione che quella dovesse essere la statura dei soggetti maschi dell'epoca. Per le femmine bisogna considerare un'altezza di cm.156. Giuffrida-Ruggeri arrivava a considerare una statura di quasi di cm.170 per gli uomini basandosi su ritrovamenti, però, nella zona sicula. Uno studio molto interessante sulle antiche popolazioni, eseguito con metodi più moderni e accurati, oltre che con esami di laboratorio, (sullo smalto dei denti, sul DNA e altro), è stato portato avanti, ai nostri giorni, dall'università di Firenze. Pare che i risultati non ancora siano visualizzabili sul sito, come lo indichiamo nella nostra apposita pagina, per mancanza di fondi. Si spera che sia pubblicato al più presto il lavoro che svelerebbe molto più di quanto non sia conosciuto finora da fonti meno scientifiche. In questo caso, difatti, pur trattando in particolare della Toscana, si parla anche di materiale scheletrico esaminato proveniente dalla zona dell'Abruzzo e, quindi, dal territorio sannitico. Tuttavia lo stesso direttore di questo studio, il professor Moggi, ci ha inviato l'articolo di cui parliamo in questa pagina. In bianco sono riportati i risultati dello studio di Giannecchini e Moggi relativi ai soggetti esaminati appartenenti all'età del ferro, quindi anche relativi al periodo sannitico. In grigio i risultati per il periodo romano e in nero quelli riguardanti il medioevo. I soggetti, in questo caso, sono maschi. Qui vale lo stesso significato della didascalia indicata nella precedente immagine, ma con riferimento alle femmine. In entrambi i casi i dati sono stati rilevati dagli scheletri di tombe presenti in un'ampia fascia dell'Italia centrale e meridionale. I risultati mostrati nel secondo studio di cui sopra non mostrano rilevanti differenze. Bisogna considerare come sia presente, fra quelle esaminate, anche la zona di Pozzilli, appartenente all'antico Sannio, con 19 scheletri maschi analizzati e 14 femmine. Dunque è provato come pure i Sanniti fossero alti, mediamente cm.167-168, nei soggetti maschi, e cm.154-155 nelle femmine. Torna all'indice generale degli argomenti sull'archeologia. |
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