Archeologia
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La vita sociale nei centri abitati sannitici
 

Dalla vita media interessanti conseguenze

Quali deduzioni sono possibili

All'inizio del I millennio avanti Cristo le popolazioni che poi saranno chiamate sannitiche vivevano, mediamente, 32 anni per le femmine e 39 circa per i maschi. Questo dato, piuttosto attendibile perché osservato dagli esami delle tombe dell'epoca ed elaborato da organizzazioni scientifiche, è riportato in un'altra pagina di questa stessa sezione.
Se è vero che ciò possa destare qualche meraviglia su come sia possibile che si morisse in così giovane età, c'è da considerare le condizioni in cui si viveva all'epoca. Non soltanto, perciò, l'almentazione e gli sforzi lavorativi, ma anche la mancanza di medicine e i tanti malanni che derivavano da infezioni, freddo, incidenti. Non ultime le guerre. Perciò è possibile trarre alcune conseguenze che qui si elencano, anche se si potrebbe allungare la lista che non è, ovviamente, esaustiva al riguardo:

  1. i nonni, e soprattutto le nonne, non esistevano quasi nella società del tempo;
  2. molte persone morivano anche prima dei 32 o 39 anni di età;
  3. in molte famiglie non c'erano genitori;
  4. molte famiglie erano formate da bambini solamente;
  5. la cura di questi soggetti non poteva disinteressare l'intera società;
  6. il cibo aveva un'importanza cruciale per la sopravvivenza di tutti;
  7. il riscaldamento, nelle zone molto fredde, e si pensi ai centri abitati sannitici che spesso sono in montagna, era un vero problema specie durante l'inverno;
  8. ci si doveva curare della difesa e dell'organizzazione di tali centri pensando che una vita non sarebbe bastata a costruire mura di cinta oppure altri edifici di carattere sociale;
  9. la società, pertanto, aveva un'importnza superiore alla famiglia.

Esaminiamo le suddette conseguenze della vita media dell'epoca

Bisogna argomentare opportunamente per ciascuna delle predette deduzioni dal dato storico e scientifico sulla durata della vita di quei popoli. Difatti esso è ben più interessante per la ricerca di quanto non possa apparire a una lettura poco attenta. Proviamo, perciò, a descrivere la società di quel mondo lontano:
  1. Se i nonni avevano qualche possibilità in più di conoscere i propri nipoti, ciò è molto meno probabile per le femmine. Se anche una ragazzina avesse partorito a quindici anni e sua figlia ugualmente a quindici anni, allora la nonna avrebbe avuto trent'anni. Le sarebbero rimasti un paio d'anni per vedere crescere suo nipote. Ammesso che non fosse venuta meno prima, molto probabilmente durante lo stesso parto. Per questo motivo doveva essere normale che esistessero solamente i genitori, anche se non sempre, e quasi mai i nonni.
  2. La vita media individuava, per dati statistici, il periodo in cui si poteva morire. Ma questo significa anche che molti se ne andavano prima, come pure che qualcuno sopravvivesse di qualche anno. Il fatto, però, che una parte morisse prima dei trent'anni significa che si lasciavano molti figli senza genitori.
  3. Bisagna considerare che una ragazzina di quindici anni avrebbe avuto venticinque anni quando suo figlio ne avesse compiuto appena dieci. E, dunque, non doveva essere raro il caso in cui, per le morti che precedevano il limite della vita media, molti piccoli, di dieci anni o poco più, restassero senza madre, se non anche senza padre: orfani.
  4. La popolazione dell'epoca aumentava rapidamente nel numero dei suoi componenti, il Ver Sacrum non è altro che una spiegazione di questo fenomeno, per cui vi erano molti bambini. Cioè ogni famiglia aveva tanta prole e, dunque, figli anche di tenera età. Questo significa che, senza genitori, le famiglie fossero verosimilmente formate solamente da bambini.
  5. In queste condizioni ci doveva essere una organizzazione sociale che si curasse di queste persone sole. Perché troppe erano le situazioni simili e, se non si fosse corso ai ripari, la stessa popolazione si sarebbe distrutta nel giro di pochi decenni. Difatti, privi di sostentamento e protezione, i bambini sarebbero morti quasi tutti, incapaci di provvedere a sé stessi.
  6. E il cibo, prima di tutto, doveva essere un bene da dividere in base alle bocche da sfamare, senza  considerare chi quello avesse prodotto o chi avesse lavorato di più per procurarselo. L'alimentazione rivestiva un'importanza sacra, come è dimostrato pure dalle divinità citate nella tavoletta di Agnone, pure di secoli dopo, in cui si nominano dei che riguardano quasi esclusivamente l'agricoltura, le stagioni, le piogge, l'acqua e il parto.  Tutti fattori importanti per la vita dell'epoca. E questo singifica pure che ci dovevano essere appositi depositi del farro e di altri prodotti della terra da utilizzare anche durante le stagioni avverse, a disposizione di tutti gli abitanti del villaggio. Dunque bisognerebbe scavare nelle aree archeologiche per ritrovare queste costruzioni.
  7. E lo stesso discorso, per la ragione delle tante famiglie formate da soli bambini, vale per la legna che serviva, nelle zone fredde, per riscaldarsi. C'erano anche per queste occasioni i depositi pubblici e altri edifici simili da ritrovare nelle aree archeologiche di montagna, specie dentro le mura megalitiche dei Sanniti.
  8. I cantieri per le costruzioni pubbliche duravano più di una vita di un uomo. Questo significa, non solamente con riferimento alle cinta murarie, che  era sentito imprescindibile l'impegno sociale di quel popolo.
  9. L'ultima considerazione, da cui se ne potrebbero desumere molte altre, è che il concetto di società più forte, all'epoca, della stessa gamilgia. Mentre questa poteva anche sfaldarsi per le morti dei genitori, quella doveva continuare a esistere per il bene di tutti. E solo curandosi di chi non aveva le forze del momento per badare a sé, si poteva raggiungere lo scopo: continuare la specie a vivere nei secoli. Come è stato.
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