La
civiltà etrusca e i legami con la Grecia e il mondo dei Sanniti Le mura di cinta Questa costruzione richiama alla mente sia Cosa, poco distante e nella stessa Toscana, che Alba Fucens
in Abruzzo. Tuttavia bisogna rimarcare alcune differenze tecnologiche
molto importanti. Nel primo caso si possono vedere pietre anche ben
lavorate, quindi con attrezzi che erano in grado di scalfire con buona
precisione la pietra. Nel secondo troviamo che i massi , seppure
in alcune parti delle mura appaiono lavorati con una certa cura, poi in
altre si trovano di pietre appena sbozzate, se non del tutto
amorfe. La cinta muraria megalitica di Roselle, in Toscana Raffrontiamo questa fotografia con un'altra della zona archeologica di Tirinto, in Grecia. Che cosa se ne ricava? Che la tecnologia sia molto più simile fra le due rispetto al modo di costruire dei Romani. Dunque gli Etruschi, se avevano appreso da altri, in epoche precedenti, si trattava di maestranze della Grecia.
Le mura di cinta
della città di Tirinto, in Grecia E non
è affatto un caso che le similitudini partano proprio dalla Toscana,
l'antica Etruria che aveva una lunga costa e, perciò, lo sbocco al
mare, ciò che mancava ai popoli degli Appennini meridionali: i Sanniti.
E questo già giustifica come qui si sia costruito con massi poligonali
e lì, soprattutto nelle aree della Campania e del Molise, territori
degli Irpini e dei Pentri, mediante una tecnologia ancora più arcaica,
con pietre poco o affatto squadrate. La possibile datazione I
massi, nei casi che si stanno esaminando in queste pagine, hanno tutti
qualcosa in comune: la grandezza e il peso. Una caratteristica che,
aldilà delle influenze di cività esterne, incide sul modo di costruire.
E, nello stesso tempo, accomuna la tecnologia almeno per quanto
riguarda le modalità della posa in opera. In ogni situazione, difatti,
bisognava conoscere come sollevare, trasportare e poggiare, l'uno
sull'altro, a secco, enormi elementi di pietra. Torna all'indice generale degli argomenti sull'archeologia. |
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