Archeologia
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Le mura di cinta megalitiche della città di Alba Fucens, in Abruzzo
 

La tecnica poligonale

L'area archeologica

La storica Alba Fucens, in Abruzzo, nei pressi dell'Aquila, è una città. Gli scavi, difatti, mostrano un insediamento con mura di cinta lunghe tre chilometri e dotato di monumenti ed emergenze architettoniche che la fanno accostare, per dimensioni e importanza, a Pompei. Per certi aspetti ha anche una planimetria simile, se si pensa alla posizione dell'anfiteatro e del foro. Ma somiglia anche per la presenza di un teatro scoperto, delle terme, dei templi, del macellum, come si chiamava all'epoca dei romani il mercato.
La città, passata nell'orbita di Roma a partire dalla fine del quarto secolo avanti Cristo, mostra ancora, seppure molti resti sono spesso soltanto ruderi di fondazioni, le mura poligonali di cinta in buono stato di conservazione.

immagine delle mura di cinta di Alba Fucens, in Abruzzo

Le mura di cinta della città di Alba Fucens
(immagine prelevata dal sito www.albafucens.info)

La tecnologia della costruzione

I massi, in questo caso di forma squadrata, anche se non del tutto a pareti piane, formano un muro in opera poligonale. Ossia le facciate esterne delle pietre sono dei poligoni seppure i lati non sono perfettamente combacianti. Da questo si deduce che tale tecnologia non si era ancora raffinata e che il periodo, al quale far risalire la costruzione, può essere valutato precedente rispetto ad altre mura che hanno un aspetto geometrico preciso, (si pensi alle mura megalitiche di Alatri, nel Lazio, i cui si tratta in un'altra pagina di questa sezione).
E qui è necessario, come altre volte capita in queste pagine, riflettere su che cosa possa essere stato il momento storico di quest'opera. Si parla, difatti, spesso della fase in cui Alba Fucens passò sotto la protezione di Roma divenendo una colonia latina verso la fine dl quarto secolo a.C. Tuttavia bisogna valutare i tempi tecnici per portare a termine una simile determinata costruzione. E ci riferiamo proprio a questa delle mura di cinta lunghe tre chilometri e alte, forse, anche più dei soliti cinque metri di cui abbiamo trattato come limite minimo per una protezione da attacchi nemici dall'esterno. Quanti anni, decenni, se non secoli occorrevano per edificare una tale mole di mura? Facciamo un po' di conti anche in questo caso specifico:

  • altezza (muro + fondazione) m.5,50 x lunghezza m.3000 x profondità (minima) m.1,00 = mc.16500 (sedicimilacinquecento metri cubi di muri)
  • numero dei massi necessari = mc.16500 x 4 (considerando un masso di un quarto di metro cubo, come in altre circostanze) = 66'000 (sessantaseimila massi)
Non ripetiamo i conteggi sul tempo necessario alla costruzione fatto in altre pagine. Però qui siamo ugualmente in zone montagnose, (basti osservare lo sfondo della città dove si scorgono i monti dell'Appennino Centrale, la Maiella e il Gran Sasso), anche se non del tutto accidentate come i luoghi del Molise. Dunque, seppure ci fosse l'importanza strategica dovuta dalla posizione sulle strade di comunicazione dell'epoca, non possiamo ritenere che la costruzione con il suddetto numero di massi, di quelle proporzioni e fino a cinque metri di altezza, sia avvenuto in tempi ristretti. Il che significa che la costruzione dell'opera appartenga a periodi precedenti, quando Roma non ancora si era impadronita di Alba Fucens.
A meno che non si voglia intendere che una moltitudine di cantieri si era aperta di colpo a edificare, in più punti, la cinta muraria. E poi, contemporaneamente, si costruivano templi, teatri, case, botteghe e strade, tutte opere con tecnologia superiore, con pietre ben squadrate. Inverosimile.

La datazione

Le mura poligonali di Alba Fucens perciò, nel territorio che era abitato dai Marsi o dagli Equi, popoli adiacenti ai Sanniti, quindi è ovvio che ci siano state maestranze che abbiano scambiato tecnologie e capacità, che si siano mosse per portare altrove la loro esperienza, appartengono ai secoli appena successivi a quelli nei quali si costruì, per esempio, nelle Civitelle di Frosolone, nel Molise. Molto probabilmente gli stessi operai operarono nel Lazio, considerando che le mura di Alatri mostrano una tecnologia superiore e quella città è ai confini con l'Abruzzo.
Se è così e se, come abbiamo dimostrato, le mura appartengono a secoli precedenti, allora bisogna convenire che anche in questo caso di mura megalitiche è necessario retrocedere la datazione di parecchi secoli. Ossia al periodo storico che intercorre fra la costruzione delle mura megalitiche, innalzate con massi senza forma geometrica, e la prima guerra sannitica, (IV secolo a.C.), scartando l'ipotesi che ciò possa essere avvenuto nei primi secoli in cui i popoli italici degli Appennini si scontrarono con Roma.
Invece potrebbero stati usati attrezzi di bronzo per squadrare i massi, non troppo duro come il ferro. Ciò spiegherebbe la non precisa configurazione delle facce e dei lati dei massi. Quindi prima della scoperta e dell'uso del ferro che, in zona, si cominciò a fondere dopo il decimo secolo avanti Cristo. Se le mura delle Civitelle e delle aree archeologiche simili del Molise appartengono, come abbiamo ipotizzato in altre pagine, al dodicesimo secolo a.C. allora queste mura di Alba Fucens sono databili tra il XII e il X secolo a.C.

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