Una definizione articolata
Cosa intendere per architettura
Si può definire architettura tutto ciò che sia formato da queste serie di elementi:
Gli elementi plastici, dunque, sono i materiali e la forma che a essi si dà per edificare una costruzione o modellare una composizione. Si pensi alle colonne di un tempio, ai massi megalitici delle mura di cinta delle città sannitiche: pietre e sagome. Plastici perché è possibile dare loro forma e dimensione, per assemblarli a organizzare qualcos'altro. Ma non basta. Occorrono gli elementi spaziali, come è un ambiente di una casa, oppure l'area circondata da un muro alto di protezione e difesa, o come è la sala di un tempio italico o i vani interni di una piramide egizia. Dunque lo spazio definito dagli elementi plastici che sia possibile fruire da parte dell'uomo. Le funzioni sono costituite da tutto ciò che è legato all'uso di tale costruzione o composizione, per esempio l'abitare, il pregare, ma anche il riunirsi in un locale, oppure il difendersi con una fortificazione. Tuttavia le funzioni sono di due tipi, entrambe molto importanti per capire come comportarsi quando uno dei due si sia perso o si sia modificato nel tempo. Perciò, oltre alla funzione legata all'uso diretto, esiste quella che è soltanto simbolica. Come i massi megalitici dei Sanniti fossero anche motivo di dissuasione per un attacco nemico. Oppure la grandezza delle piramidi simboleggiasse il potere del faraone, simile a un dio, se non il tentativo di sconfiggere il tempo, oltre, fino all'immortalità. Poi occorre anche una interrelazione con l'ambiente, l'intorno specifico di tale costruzione. E si capisce come un'autovettura, che viaggia dove desidera il conducente, non abbia nessun legame con il luogo dove si trova in un certo momento. Potrebbe essere altrove senza che cambi nulla del suo modo di essere. Un'architettura è collegata in vari modi al suo luogo: con i materiali che si ricavano dal posto, con le forme che richiamano figurativamente la zona, con i colori che servono a respingere oppure a trattenere il calore del sole, con la sagoma che si deve adattare al lotto e al territorio circostante. L'archeologia e il restauro Questa breve definizione di architettura serve a comprendere come, nei reperti archeologici soprattutto, si siano perse del tutto le funzioni primarie. Non esiste più l'uso orginario di un'opera se non in alcuni sporadici casi in cui si esse si siano modificate. E si pensi, allora, all'arena di Verona, ancora usata per gli spettacoli, anche se differentemente, oppure al teatro sannitico di Pietrabbondante, d'estate luogo di rappresentazioni teatrali, al foro della zona archeologica di Pompei dove, tuttora, si radunano le persone. Molto spesso, però, le funzioni primarie sono del tutto assenti, almeno come erano state progettate originariamente. Così non c'è più alcuna preghiera o sacrificio nei templi che pure ci restano dell'antichità classica, né ci sono le gare, se non le battaglie di gladiatori, nel Colosseo. E non soltanto perché alcuni elementi plastici si sono deteriorati con gli anni e i secoli. Restano di più, anche se ugualmente sostituite da altre, le funzioni simboliche. Come le cinte murarie sannitiche che, ancora oggi, dimostrano il grande desiderio di incutere timore in chi intendesse violarle. E si pensi, come esempio, ai massi megalitici di città come Alatri. In quest'ottica si pone il problema del restauro dei reperti archeologici di cui si parla in un'altra pagina. Qui si vuole solamente ricordare la coerenza su ciò che significa architettura e i ruderi del genere. Che a nessuno venisse mai in mente di ricostruire ciò che il tempo e la storia abbiano già distrutto. |
|