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Parliamo di scale
La scala è l'elemento architettonico che serve a collegare ambienti posti a diversa altezza. La sua ideazione è una delle più complesse, non solo perchè ha una funzione particolare, ma soprattutto perchè da essa dipende quasi sempre l'organizzazione intera della costruzione. 
Molti progettisti partono proprio dalla scala per ideare un fabbricato o per ristrutturare un edificio esistente. Quando bisogna fondere varie unità immobiliari prima separate è indiscutibile che nella scala risieda la soluzione del problema. Anche alcune leggi si sono interessate dalla corretta progettazione delle scale, in particolare (n.13/1989 e i regolamenti di attuazione) quella sull'eliminazione delle barriere architettoniche. Ma la vera buona qualità, specialmente funzionale, di una scala dipende sempre dalla capacità progettuale del professionista che la disegna: è bene affidarsi a chi ha dato prova di saper affrontare e fornire soluzioni adeguate al problema.
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Le dimensioni
Una scala è formata dai gradini e dai pianerottoli. I primi sono composti da alzate e pedate, i secondi possono essere di riposo e di arrivo. 
L'alzata, l'altezza del gradino, deve essere adatta a essere superata senza alcuno sforzo da una persona di altezza media. Da ciò si deduce che non esiste una misura unica per tutti i paesi e tutte le epoche, tanto è vero che la famosa regola che tutti i tecnici conoscono 2a+p=65 (due volte l'alzata + la pedata = cm.65) oggi va opportunamente corretta. Diversamente avremmo le seguenti misure: alzata = 16 cm. e pedata = 33 cm. Tali valori sono senza dubbio superati se si pensa all'aumento dell'altezza media già solo nel secolo scorso e, quindi, alla differente ampiezza del "passo" umano. L'alzata può essere considerata "normale" per una scala di un'abitazione nell'ordine di cm.17 e anche di cm.18. 
La pedata, la profondità della zona dove si poggia il piede, può valutarsi ancora valida nella misura di cm.33, in quanto anche il piede è cresciuto con l'altezza della persona, ma essa può dipendere anche da altri fattori. In primo luogo la diversa velocità di percorrenza dei nostri giorni, per cui sarebbe corretto utilizzare anche qualche centimetro in meno (senza scendere sotto i 30), e l'uso preciso a cui l'elemento scala è destinato. Se, ad esempio, la rampa è formata da molti gradini (più della decina) non è conveniente ridurre la misura della pedata. Ugualmente nei locali di grande transito conviene mantenere le misure maggiori. 
La larghezza di una scala è direttamente proporzionale al numero di persone che deve far scendere o salire contemporaneamente. Per un'abitazione è sufficiente anche una larghezza di cm.80, per edifici pubblici si deve andare da un minimo cm.120. 
Il nostro piede avverte una variazione nell'altezza dei gradini anche di un paio di millimetri, pertanto è importantissimo costruire le pedate perfettamente identiche e piane, diversamente diventano pericolose. 
Non bisogna eccedere nel numero dei gradini per ogni rampa: solo in casi eccezionali si possono superare i dieci, mentre è adeguato mantenersi attorno ai sette. Naturalmente un numero inferiore non crea nessun problema funzionale. 
I pianerottoli di riposo sono posti tra una rampa e un'altra. Devono essere larghi come la rampa o le rampe e profondi altrettanto. Si devono evitare i gradini in tali spazi, men che mai i famigerati "ventagli" pericolosissimi (dovrebbero essere vietati per legge). E' ammesso, con molta cautela, l'introduzione di un'alzata tra la parte di pianerottolo riguardante una rampa e quella riguardante l'altra, sempre mantenendo spazi liberi almeno quadrati con il lato come la larghezza della scala. 
I pianerottoli di arrivo sono gli spazi che fronteggiano una porta alla fine di una scalinata. E' opportuno che essi siano liberi da gradini e preferibilmente anche più ampi dei pianerottoli di riposo intermedi.
 
Composizione delle rampe
Le rampe di una scala devono essere sistemate in modo da averle una sull'altra per ogni piano, onde evitare spreco inutile di spazio. Preferibilmente vanno posizionate nella parte meno importante dell'edificio, relativamente all'esposizione, (in quanto difficilmente ci si affaccia da una scala), lasciando così agli altri ambienti una maggiore possibilità di soleggiamento. 
La prima alzata della rampa che sale deve essere allineata con la seconda pedata della rampa che scende, nel caso di rampe di andata e ritorno, per evitare che la ringhiera si trovi alla fine a dover superare doppia altezza formando sul punto di arrivo del pianerottolo il cosiddetto "collo d'oca" ben noto ai tecnici più raffinati. 
La superficie dei gradini e dei pianerottoli deve essere antisdrucciolevole. Ciò non sempre è possibile se si desidera un rivestimento di una certa eleganza, facilmente pulibile, resistente all'usura. Allora ci sono alcuni requisiti alternativi ai quali attenersi: arrotondare lo spigolo dei gradini, porre in opera un passamano facilmente utilizzabile, continuo anche nei pianerottoli, preferibilmente a sezione circolare di cm.4 circa di diametro e di legno, prevedere un elemento sferico, del diametro come il passamano, sul montante della ringhiera a ogni pianerottolo.
 
Nelle ristrutturazioni
Il problema della scala nei casi di ristrutturazione di vecchi edifici diviene importantissimo in quanto alle caratteristiche dell'elemento architettonico in sé, già accennate, si aggiunge la funzione strutturale dell'opera. 
E' difatti utile approfittare di tali lavori per introdurre, se necessario e possibile, un rinforzo statico alla costruzione su cui si interviene. E quale può essere migliore consolidamento dell'inserimento tra i piani di strutture inclinate? Allora le rampe di una scala diventano irrigidimenti dell'edificio, specie se in zona sismica e posizionate in spazi centrali. 
Non si deve abbandonare l'idea di poter collegare i vari livelli sfalsati con una sola rampa in maniera organica e funzionale. I gradini, in questo caso, diventano spazi ben più vivibili e utilizzati. La maggiore frequenza del loro uso dipende dal loro minimo numero che facilita il movimento interno dei residenti o dei fruitori.
 
La scala come elemento simbolico
La scala è senza dubbio un elemento simbolico dell'architettura basti pensare alle numerosissime opere esistenti nelle nostre città, (Trinità dei Monti a Roma, la Scala Santa in S.Pietro), ma anche all'importanza che i clienti dei progettisti danno all'ingresso della loro abitazione e lo studio che, spesso, i tecnici profondono per ottenere soluzioni originali di una scala. Ma non si deve mai dimenticare che tutto ciò riveste, comunque, un aspetto secondario se non è associato alla funzione primaria, all'uso a cui è destinata l'opera in sé: permettere di salire e scendere comodamente da un livello a un altro di un edificio, altrimenti saremmo di fronte a un monumento in cui i simboli sono preponderanti. 
Anche Freud considerava elemento fortemente simbolico la scala, soprattutto il suo uso, paragonandolo all'atto amoroso.