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Qualità delle acque destinate al consumo umano
(DPR del 24 maggio 1988, n. 236)
Parti e argomenti della scheda: 
La norma attua alcune disposizioni di una direttiva europea sulle acque destinate al consumo umano. Molti articoli sono stati abrogati e modificati da leggi successive (cercale nella area delle leggi, cliccando sul menu in alto in questa pagina). I principali articoli sono riportati di seguito. Essi distinguono le competenze dello stato da quelle delle regioni. 
 
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Codice Civile (articoli sulle acque) 
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legge n.1265/1934 (testo unico delle leggi sanitarie) 
legge n.1775/1933 (testo unico sulle acque e impianti elettrici) 
DLgsl n.152/1999 (testo del decreto sulla tutela delle acque) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 1: monitoraggio e classificazione delle acque) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 2: criteri per la classificazione dei corpi idrici) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 3: caratteristiche dei bacini idrografici) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 4: contenuti dei piani di tutela delle acque) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 5: limiti di emissione degli scarichi idrici) 
DLgsl n.151/1999 (allegato 6: criteri per la individuazione delle aree sensibili) 
DLgsl n.152/1999 (allegato 7: zone vulnerabili) 
DPR n.380/2001 (testo unico dell'edilizia) 
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Decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 1988, n. 236
Attuazione della direttiva 80/778/CEE, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano 

(N.B. Ai sensi dell'articolo 20 del decreto legislativo n. 31 del 2001, le disposizioni di cui al presente d.P.R. cessano di avere efficacia al momento della effettiva vigenza delle disposizioni del predetto decreto legislativo. 
Le norme tecniche adottate ai sensi del presente d.P.R. restano in vigore, ove compatibili con le disposizioni del decreto legislativo n. 31 del 2001, fino all'adozione di diverse specifiche tecniche in materia.

artt. 1, 2 e 3 (omissis) 

art. 4. Aree di salvaguardia delle risorse idriche 
(abrogato dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 258 del 2000 poi dall'articolo 175 del decreto legislativo n. 152 del 2006)  

art. 5. Zona di tutela assoluta 
(abrogato dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 258 del 2000 poi dall'articolo 175 del decreto legislativo n. 152 del 2006)  

art. 6. Zona di rispetto 
(abrogato dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 258 del 2000 poi dall'articolo 175 del decreto legislativo n. 152 del 2006)  

art. 7. Zone di protezione 
(abrogato dall'articolo 26 del decreto legislativo n. 258 del 2000 poi dall'articolo 175 del decreto legislativo n. 152 del 2006)  

art. 8. Competenze statali 

1. Sono di competenza statale le funzioni concernenti: 

a) promozione, consulenza, indirizzo e coordinamento delle attività connesse con l'applicazione del presente decreto; 
b) le modifiche, le variazioni e le integrazioni degli allegati I, II e III; 
c) la predisposizione e l'aggiornamento dei criteri generali e delle metodologie per il rilevamento delle caratteristiche delle acque dolci sotterranee, salmastre e marine da destinare al consumo umano, nonché dei criteri per la formazione e l'aggiornamento dei relativi catasti; 
d) le norme tecniche per la tutela preventiva e per il risanamento della qualità delle acque destinate al consumo umano, nonché i criteri generali per la individuazione delle aree di salvaguardia delle risorse idriche; 
e) le norme tecniche per l'installazione degli impianti di acquedotto; 
f) le norme tecniche per la potabilizzazione delle acque; 
g) le norme tecniche per lo scavo, perforazione, trivellazione, manutenzione, chiusura e riapertura di pozzi d'acqua; 
h) acquisizione ed elaborazione di informazioni sulla qualità delle acque destinate al consumo umano.
2. Le competenze statali di cui alle lettere a), b), c) e d), sono esercitate dal Ministro della sanità, di concerto con il Ministro dell'ambiente; la competenza di cui alla lettera f) è esercitata dal Ministro della sanità; le competenze di cui alle lettere e) e g), sono esercitate dal Ministro dei lavori pubblici, di concerto con i Ministri della sanità e dell'ambiente. 

art. 9. Competenze regionali 

1. Alle regioni competono le seguenti funzioni: 

a) previsione di misure atte a rendere possibile un approvvigionamento idrico di emergenza per fornire acqua potabile rispondente ai requisiti previsti dall'allegato 1, per la quantità ed il periodo minimi necessari a far fronte a contingenti esigenze locali; 
b) esercizio dei poteri sostitutivi, in caso di inerzia degli enti locali, per la salvaguardia delle risorse idriche da destinare al consumo umano; 
c) esercizio del potere di deroga; 
d) adozione dei piani di intervento per il risanamento ed il miglioramento del la qualità delle acque; 
e) coordinamento del flusso informativo sulle caratteristiche delle acque desti nate al consumo umano, anche ai fini di cui all'art. 8, comma 1, lettera h). 
f) individuazione delle aree di salvaguardia e disciplina delle attività e destinazioni ammissibili, salvo il disposto degli articoli 4, 5, 6 e 7.
articoli da 10 a 20 (omissis) 

art. 21.  

1. (omissis) 

2. (omissis) 

3. L’inosservanza delle disposizioni relative alle attività e destinazioni vietate nelle aree di salvaguardia e nei piani di intervento di cui all’articolo 18 è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire un milione a lire dieci milioni. 
(comma così sostituito dall'articolo 55, comma 1, del decreto legislativo n. 152 del 1999) 

4. I contravventori alle disposizioni di cui all’articolo 15 sono puniti con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire un milione a lire sei milioni. 
(comma così sostituito dall'articolo 55, comma 2, del decreto legislativo n. 152 del 1999) 
(Le sanzioni di cui al presente comma sono applicabili dal 30 aprile 2000, in forza dell'articolo 1, comma 1, della legge n. 362 del 1999)