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Il manoscritto: semplicità o complessità della trama

Come stabilire il tipo di trama in un romanzo
La scelta della semplicità o della complessità della trama nella narrativa si muove fra due estremi che non coincidono con la qualità dell'intreccio: una banalità che non fornisce fantasia al racconto, un rompicapo che, molto spesso, confonde persino lo stesso autore.
Dentro questi due limiti lo scrittore può raggiungere, comunque, livelli di fascino, per il testo, con uno stile particolare, un linguaggio sciolto, (ossia la forma), oppure anche con le descrizioni delle scene e con i personaggi ben architettati, (ossia il contenuto).  Ma ci si chiede perché mai non utilizzare la tecnica che aiuta sempre a costruire storie le quali piacciono a chi legge? E', difatti, più semplice scrivere all'interno di una trama ben congegnata e che non sia troppo banale ma nemmeno troppo intricata. Diversamente si dovrebbe, nel primo caso, essere capaci di sopperire con superiore fantasia, onde evitare la noiosità, sempre in agguato nella narrativa. Nel secondo si dovrebbe avere sotto controllo una serie di situazioni e di azioni che, inevitabilmente richiederebbero grandi capacità di orientamento fra i molteplici aspetti della natura umana. Entrambe condizioni piuttosto rare da trovare nel cervello degli autori di manoscritti.
Vediamo, dunque, i trabocchetti che riservano le due tipologie di trame. Cominciamo con la trama troppo semplice:
  • l'autore si trova a dover maneggiare scene poco collegate ad altre, esse ptrebbero vivere per conto proprio ed essere dimenticate o non capite dal lettore:
  • le situazioni psicologiche non fornirebbero spunti di riflessione sul procedere del racconto, quasi che fossero irrilevanti e non interessanti per arrivare alla comprensione del messaggio finale del libro;
  • specialmente in un romanzo, il testo potrebbe apparire stucchevole e ripetitivo;
  • la semplicità della trama potrebbe portare a ritenere l'autore poco capace di inventare storie, anche a giudizio della casa editrice che dovrebbe valutare il manoscritto; 
  • le frasi dei dialoghi non avrebbero la valenza che, spesso, si suole dare anche a una sola parola per interpretare la storia o i personaggi;
  • molti passaggi nel testo non avrebbero la giusta collazione temporale oppure fisica;
  • il libro potrebbe somigliare più al risultato di una relazione che a un'opera di narrativa, oppure apparire come un saggio su un determinato argomento;
  • lo stesso autore si stancherebbe di non trovare altri motivi sui quali scrivere e apparirebbe, così, sterile e privo di carattere.
Per la trama troppo complessa possiamo indicare questi altri tipi di inconvenienti:
  • l'autore potrebbe perdere il bandolo della matassa e girare a vuoto attorno a un problema che non riesce a risolvere;
  • il lettore, dimenticando, gli inizi della storia e le caratteristiche dei singoli personaggi, avrebbe difficoltà a raccapezzarsi, fino ad abbandonare la lettura;
  • le case editrici, che notoriamente hanno poco tempo a disposizione per valutare i manoscritti, avrebbero pessime impressioni da un intreccio che si presenta subito come lungo e poco chiaro;
  • si generebbero confusioni su luoghi, fatti, momenti della storia e motivazioni sulle conseguenze di una certa azione;
  • specialmente nei gialli, la trama non dovrebbe essere irriconoscibile, come avviene se essa è complicata da analizzare;
  • lo scrittore deve progettare una trama logica fin dall'inizio, seppure con possibili deviazioni dallo schema originario, perché il lettore si accorge dal testo quando si è ondivaghi;
  • un intreccio esagerato, invece che denotare capacità di gestione della storia, può comunicare inesperienza e sensazionalismo, entrambe difetti da combattere per un libro di qualità.
Dunque, come in altri casi, occorre un giusto equilibrio fra la banalità e la complessità di una trama, in maniera che il fruitore finale del libro, il lettore, ne sia entusiasta e non infastidito. Al pari di come potrerebbe avvenire quando ci si immette in alcune strade che, dalle periferie, conducono al centro delle nostre città: non sempre è chiaro dove portino realmente e, una volta imboccate, fanno commettere errori di direzione. Il lettore può essere paragonato, allora, all'automobilista innervosito che non trova più l'orientamento.
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