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Il manoscritto: autobiografico

Il romanzo autobiografico
La maggior parte degli scrittori esordienti vogliono dedicarsi a un romanzo autobiografico. Quasi che la storia a loro capitata fosse interessante per tutti, oppure come se essi volessero parlarne e basta, un modo per lasciarla nel tempo a chi, un domani, ne potesse leggere qualche brano.
E' un tema che affonda le radici nella psicologia di tutti noi e chi, nessuno escluso, non si è cimentato in qualcosa del genere? Lo stesso dicasi quando si scrive di argomenti diversi: in realtà l'autore s'immedesima in qualche personaggio, se non nel principale. Tuttavia diverso è il racconto che non sia impostato come autobiografico e possa essere riconosciuto come tale soltanto da chi lo abbia ideato. Questo per una strategia volta a interessare il lettore. Chi potrebbe comprare un libro che parli di un emerito sconosciuto?
Il romanzo autobiografico può avere una sua validità commerciale, non artistica che è un'altra cosa, solamente se l'autore, che tratta di sé stesso, sia una persona già nota. Diversamente si farebbe un buco nell'acqua e sarebbe anche difficile trovare un editore disposto a pubblicare tale opera. Per questo è da evitare una storia che sia organizzata in questo modo. Però vi è un rimedio, a patto che lo scrittore se ne renda conto.
Egli, quando scrive, pure di sé stesso e di ciò che gli sia capitato nella vita, può usare la terza persona e modificare nomi e luoghi. Un modo per mascherare il tutto senza deturpare le immagini che gli scorrono davanti agli occhi e che vuole raccontare. Il resto si astenga dal proporlo: è un desiderio infantile che s'insinua soprattutto negli esordienti, come un'autocelebrazione non meritata. A tutti è successo qualcosa di particolare ma non tanto da essere argomento di un romanzo, se non in rarissimi casi.
Il romanzo autobiografico ha anche un altro difetto. Con esso sarà difficile poter inserire commenti se, come spesso avviene, lo stile del narrare sia in prima persona. Sarebbero pensieri usciti dalla stessa mente di chi vive in quel momento la storia e il lettore non li apprezzerebbe, così come lo scrittore, nei panni separati dal protagonista, non potrebbe articolare liberamente.
Infine, quando si scrive un'autobiografia, non si può essere legati a un altro tipo di impostazione, che potrebbe essere quella del giallo o del fantastico, senza apparire non credibili. E questo è il peggior difetto che si possa notare in un manoscritto. Avviene proprio quando la storia appare piatta e si voglia renderla maggiormente attraente: commettendo un errore dietro l'altro. In aggiunta al primo, del romanzo autobiografico si unirebbe, con una evidente contraddizione, il secondo.
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