Il termine deriva dal greco antico e significa letteralmente abuso.
Dal solito vocabolario della lingua italiana prendiamo la seguente precisa definizione:
"Uso metaforico di una parola per designare un'idea o un oggetto per i quali la lingua non possiede un termine proprio."
La catacresi è, in realtà pertanto, una metafora che ormai non è avvertita più come tale proprio per la mancanza, nel linguaggio, di un termine diverso e maggiormente preciso. O potrebbe essere intesa come una metonimia. Il fatto è che la lingua si evolve e succede, per questo, che entrino nell'uso comune altri concetti che il linguaggio non ancora sappia specificare.
Ecco, perciò, come possiamo esemplificare un caso di catacresi:

"Il test per la patente di guida era andato male per una domanda semplice e complessa allo stesso tempo. Difatti non aveva saputo spiegare che funzione avesse l'albero motore."

In questo caso si prende in prestito dalla natura un vocabolo che, nella tecnologia meccanica, relativamente nuova rispetto alla lingua, non esiste. E lo si usa per similitudine dell'oggetto con il tronco, appunto, di un albero inteso come pianta.
Un altro esempio è il seguente:

"Si addormentò al sole di quel pomeriggio estivo, col caldo afoso e con l'ombra di un paio di rami che si allungavano fino al letto del fiume secco."

Il letto, certamente non quello di casa con materasso e reti, è qui lo spazio dove scorreva il fiume che, in estate, si era seccato. In questo caso, pur essendo il fiume e le sue componenti non idee nuove, la lingua non ha il corrispondente termine per definire quello che appare, metaforicamente, come un letto dove si dorme comodi la notte.
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