La poesia
Un po' di poesia appare nel capitolo XIII, le prime quattro pagine, e anche qualche analisi psicologica nelle pagine successive, quando ci si riferisce ai pensieri di Robert Jordan che sembra essere lo stesso autore (anche Robert è americano e vuole scrivere un libro). Tutto il capitolo è composto da una ventina di pagine. Bisogna aspettare tanto per esprimersi in un certo modo?
Oppure in altri momenti, nel capitolo XXXI, una quindicina di pagine sull'ultima notte d'amore fra Robert e Maria.
Ma la poesia è sempre necessaria per conferire vita alla scrittura, donare al lettore l'espressività delle parole. Tutto ciò che, al contrario, qualunque linguaggio soltanto parlato o scritto non darebbe mai. Diversamente si ci sforza di interpretare i pensieri dell'autore e non è facile riuscirci. Questo tipo di poesia deve intendersi come sparsa nel testo e non confinata a qualche momento della storia, a qualche pagina o a qualche solo personaggio. Il linguaggio di Hemingway, invece, è distaccato, fecondo soltanto quando deve fornire spiegazioni con associazioni di idee, similitudini, paragoni e figure retoriche dello stesso tipo. Molto interessanti, ma non efficaci per sanare la mancanza di calore, di umanità e di poesia nel lungo testo. Lo mantengono freddo e lontano dai sentimenti. Se a ciò aggiungiamo le ripetizioni di termini e di brevi frasi, allora ci si accorge di avere di fronte personaggi quasi affetti da un malanno psicologico. Ciò che, pure, era il problema reale di Hemingway: la depressione e l'alcolismo.
Allora lo sforzo dell'autore va interpretato come il suo tentativo di liberarsi. La tensione del libro è quella propria di chi ha una montagna di fronte, (forse tale era il ponte da demolire con l'esplosione), di chi si sente in una gabbia che sa di non poter mai aprire. Perciò a nulla gli potrà servire una fantasia per costruire storie complesse nella trama, basta una situazione semplice nel suo svolgersi e complessa da analizzare, il dramma che porterà alla morte per suicidio lo stesso Hemingway ancora non vecchio di età.
Forse, più che il libro Per chi suona la campana, diventa poesia la sofferenza e la tragedia dell'autore, nella sua vita reale, cosicché i suoi scritti siano da interpretare come un messaggio più ampio di quanto si possa credere con la sola loro lettura.
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