L'impostazione di una storia dentro un determinato periodo storico e i luoghi in cui essa si svolge costituiscono, nell'insieme, l'ambientazione del romanzo. Tali caratteristiche non devono essere univoche, per questioni di congruenza, possono anche spostare l'attenzione del lettore nel tempo e nello spazio a più riprese. Così si può partire, per esempio, da un secolo lontanissimo e giungere fino ai nostri giorni, come nel romanzo Al di là dei suoi pensieri, oppure si può raccontare ciò che accade in diverse località quasi contemporaneamente, come in Dalla parte del cane.
Per i tempi, perciò, ci possono essere racconti che si sviluppano rispetto a esso e che riguardino:

• il passato
• il presente
• il futuro
• una mescolanza di situazioni appartenenti ai periodi sopra considerati
• una storia senza tempo.

Ma non soltanto questo. Anche lo svolgimento dei fatti può abbracciare periodi ampi o essere concentrato. Per tale motivo, essi possono variare e riguardare:

• secoli
• la vita di un personaggio
• un anno o una stagione
• un periodo molto breve (un mese, una settimana, un solo giorno).

Viceversa, per quel che concerne i luoghi, si possono avere situazioni che avvengono:

• in un solo luogo
• in più luoghi
• senza luoghi.

E tutto può concatenarsi in maniera che ci sia o meno contemporaneità, con una variabilità di elementi del romanzo che diventano, perciò, numerosissimi. Questi dipendono da come l'autore voglia organizzare il racconto, non esiste una regola dalla quale non si possa derogare.
Appare ovvio che anche le descrizioni siano adeguate. Se si sta parlando di un'area dove si vive in un certo modo, o di un tempo in cui, per esempio, non esistevano le forbici, non si può trattare la storia come se fosse tutto ininfluente. Questo succede soprattutto nel romanzo storico che, per tale ragione, è anche il più fastidioso da organizzare. Differentemente ci sarebbero incongruenze che il lettore potrebbe ben presto interpretare, a ragione, come ignoranza da parte dello scrittore e abbandonare il libro.
Dunque se l'ambientazione è una libera scelta dello scrittore, non così lo sono del tutto le argomentazioni che egli porta avanti nel racconto. Occorre, sempre, uno studio di ciò che costituisce il luogo e il momento storico per non offrire brani che possano apparire ridicoli. E', invece, ovvio, che la libertà di chi scrive possa arrivare anche a contorcere, senza esagerare, ciò che è veramente esistito, se ciò serve all'economia organizzativa del romanzo.
Insomma si possono modificare nomi e descrizioni, oppure fatti, ma non aggiungere ciò che, scientificamente, non era possibile che fosse.
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