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L'infinito
 
Bastano pochi aggettivi, qualche verbo al Leopardi per comporre grandissime poesie. Sono le parole a reazione poetica che parlano del passato, dello spazio, del ricordo, della condizione umana. Già il titolo è scelto con maestria ed arte geniale. Qualche parola ricorda il Dolce stil novo (cor, lei, dolce), ma il poeta sa trovare soluzioni nuove: si veda l'uso della parola guardo (come il verbo) invece di sguardo, troppo impuro con la s davanti.
 
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 L'infinito 

Sempre caro mi fu quest'ermo colle, 
e questa siepe, che da tanta parte 
dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. 
Ma sedendo e mirando, interminati 
spazi di là da quella, e sovrumani  
silenzi, e profondissima quiete 
io nel pensier mi fingo; ove per poco 
il cor non si spaura. E come il vento 
odo stormir tra queste piante, io quello 
infinito silenzio a questa voce  
vo comparando: e mi sovvien l'eterno, 
e le morte stagioni, e la presente 
e viva, e il suon di lei. Così tra questa 
immensità s'annega il pensier mio: 
e il naufragar m'è dolce in questo mare.  

(Giacomo Leopardi 19° secolo)