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Tanto gentil...
 
Si dice, da parte dei critici, che questo sia il più bel sonetto di tutta la nostra letteratura. E non vi è motivo di non essere d'accordo, tanta è la musicalità delle parole, l'accostamento preciso di queste tra loro e verso i concetti della bellezza che cantano, la varietà dei suoni e delle parti delle frasi e dei versi da apparire quasi perfetta. Dico "quasi" perchè la ripetizione del verbo mostrare così vicina, anche se non disturba in mezzo a tanto piacere di lettura, forse poteva essere evitato e sostituito da un artista immenso come Dante. Egli voleva accostare e identificare il miracolo alla persona stessa di Beatrice, ma compositivamente è senza dubbio un punto su cui si può discutere.
 
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 Tanto gentil... 

Tanto gentil e tanto onesta pare 
la donna mia quand'ella altrui saluta, 
ch'ogne lingua deven tremando muta, 
e li occhi no l'ardiscon di guardare. 
Ella si va, sentendosi laudare, 
benignamente d'umiltà vestuta; 
e par che sia una cosa venuta 
da cielo in terra a miracol mostrare. 
Mostrasi sì piacente a chi la mira, 
che dà per li occhi una dolcezza al core, 
che 'ntender non la può chi no la prova; 
e par che de la sua labbia si mova 
uno spirito soave pien d'amore, 
che va dicendo a l'anima: Sospira. 

(Dante Alighieri da Vita Nova 13° secolo)