Mussolini
Fra gli altri personaggi del romanzo di Gadda figura pure Mussolini, anche se non è mai chiamato con il suo vero nome ma nei modi più disparati, finanche "Merda". La verità è che il tema del libro riguarda un giallo ma è pure una spietata critica, senza entrare mai nel merito, della situazione politica del momento. Ossia si trova sempre un modo per accomunare qualche aspetto descritto al Duce di allora, ma soprattutto si trova una scusa per esprimere, in effetti soltanto con slogan, critiche feroci al capo del fascismo.
L'autore usa, anche in questo caso, i suoi soliti modi molto umoristici e piacevoli, l'identico linguaggio allusivo e riflessivo, salvo scendere, talora, nell'offesa che stona con lo stile del racconto. Molti hanno trovato che ci fosse una seconda tipologia di lettura del testo, cioè una vigorosa protesta contro Palazzo Chigi e il governo dell'epoca. Invece si può constatare come Gadda unicamente di rado vada a finire nella vera e propria contestazione politica, il più delle volte il suo modo di esprimere la sua opposizione al fascismo è divertente e sicuramente farebbe sorridere anche chi fosse appartenuto a quell'altra parte. Se vi è qualche sbavatura, è del tutto poco evidente nella vastità delle invenzioni linguistiche. Non per niente esiste soltanto un aggettivo che richiami apertamente il cognome di Mussolini, altre volte si parla della sua testa (di Moro o di morto), delle mascelle, degli occhi, dell'aspetto fisico, del fez, degli aforismi, cercando in ogni aspetto il ridicolo, lo stesso tema ricavabile dal linguaggio di tutto il romanzo.
Addirittura, pare che il personaggio mai nominato sia, in fondo, anche simpatico allo stesso Gadda e contro di esso non si accanirebbe nel modo, considerato che non è importante per la trama del romanzo. Sembra che lo voglia tirare in ballo a forza, odiandolo e non soltanto, quasi che così si potesse esorcizzare quell'avversità che non è mai spiegata da che cosa possa generarsi. Altrimenti il miglior disprezzo sarebbe la noncuranza, oppure pochi accenni e non la presenza ingombrante di un tizio che, come un'ombra, sembra osservare la scena dall'alto.
Per questo motivo ritengo che la lettura del personaggio Mussolini nel Pasticciaccio sia da analizzare in maniera differente che non la sola controidea politica dell'autore del libro. Infatti Gadda mostra di avercela con l'apparato politico in generale, anche con la Chiesa, i preti, i santi, con tutto ciò che sia organizzato e che possa disturbare la libertà dell'individuo: un anarchico ribelle ma intelligente e sarcastico.
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