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Il manoscritto: come evitare i dialoghi lunghi


Sempre con riferimento ai suggerimenti presenti nel sito wikihow leggiamo, tra l'altro, quanto segue:
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"Evita dialoghi troppo descrittivi. I dialoghi dovranno sembrare naturali per i personaggi che li pronunciano. Pensaci: Quando è stata l'ultima volta che hai raccontato tutta la tua storia in un discorso a una persona che hai incontrato? Oppure che hai ricapitolato tutto quello che è accaduto in un incontro precedente, nel dettaglio, parlando con un amico? Non farlo fare neppure ai tuoi personaggi. ..."
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Questo suggerimento è molto condivisibile per i seguenti motivi:
  • un testo di narrativa non può ridursi a una serie di dialoghi; servono pure descrizioni dei luoghi, oltre che dei personaggi, delle situazioni e dei pensieri che, ovviamente, non sono espressi come dialoghi fra chi parla e chi ascolta;
  • non serve usare i dialoghi per illustrare ciò che lo stesso autore deve dire, in prima persona o in terza persona, secondo la tecnica usata;
  • i dialoghi servono a far colloquiare i personaggi tra loro e ad alleggerire il racconto privo di situazioni in "diretta" (il dialogo, difatti, usa il verbo al presente) col lettore;
  • i dialoghi troppo lunghi stancano chi legge, lo distraggono e, alla fine, lo confondono e lo annoiano;
  •  la lunghezza da evitare riguarda due distinti elementi tecnici: il primo si riferisce al numero di pagine in cui ci siano solo dialoghi, il secondo all'intervento di un personaggio che riferisce una situazione, una storia rifilata quasi senza prendere fiato, ossia in righe su righe di suoi discorsi.
Come evitare tutti questi errori? Semplice, basta comporre il manoscritto intervallando i dialoghi con  le descrizioni da parte dell'autore e pure inserendo, dopo alcune risposte, qualche sua riflessione.
Infine è anche opportuno aggiungere, al termine di alcuni interventi sotto forma di dialogo, chi stia parlando, con quale tono di voce o con che atteggiamento. Insomma è necessario, nei momenti particolari in cui si parla e in quelli riferiti alla stesura generale della storia, alcune frasi e periodi di differente espressione tecnica.
Ricordo di avere letto un libro in cui era riportata una lunghissima lettera, pagine e pagine per cui, a un certo punto, non si capiva più se si trattasse ancora di quella lettera iniziata a leggere o la storia che continuava per conto proprio. Una confusione che per poco non mi fece abbandonare la lettura, ma feci fatica a proseguire.
Se è vero che, per regola redazionale, si dovrebbe cambiare il carattere nel corsivo, proprio per indicare ciò che si sta leggendo, cioè una lettera ricevuta o ricordata, tuttavia non molti usano questa tecnica. Comunque sarebbe sempre un enorme fastidio non far capire, senza sforzo al lettore, a che punto siamo e chi parla.
La conclusione è che sia i dialoghi sia tutto quanto non riferibile alla narrazione dello stesso scrittore, deve avere una lunghezza limitata. Diversamente si commette un infantile errore tecnico, oltre che psicologico da evitare.
 
Gli errori che esamineremo sono quelli elencati negli argomenti sottoriportati. Per leggere i consigli volti a scovare ciascuno di essi si rimanda all'elenco del manoscritto, in modo da accedere alle rispettive pagine.

Guida per la scrittrice e lo scrittore

  • Come riconoscere gli errori
    • Inizia la scrittura
    • Imposta la situazione dei personaggi
    • Evita dialoghi lunghi
    • Dai imprevedibilità alla storia
    • Suggerisci più che riferire
    • Non ci sono regole fisse

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