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Figure retoriche: la sineresi

Sineresi
Il termine deriva dal greco antico e significa, letteralmente, prendere insieme.
Si tratta della fusione di due vocali in un'unica sillaba all'interno della parola. Riguarda, pertanto la metrica, ossia il verso e la poesia. Difatti la sineresi è utilizzata molto nei componimenti lirici ed è quasi assente nella prosa, se non nella letteratura del passato.
Esempi di sineresi sono frequenti con il verbo parere, dire, prendere e altri che, coniugati, perdono una sillaba per fusione e possono diventare:

parea (due sillabe), in luogo di pareva (tre sillabe)
fuggia (due sillabe), in luogo di fuggiva (tre sillabe)
diceano (tre sillabe,) in luogo di dicevano (quattro sillabe)
prendeano (tre sillabe), in luogo di prendevano (quattro sillabe).

L'efficacia di questa forma espressiva è evidente se si pensa non soltanto a questioni metriche, di avere una sillaba in meno nel conteggio di quelle totali nel verso, e pertanto per il ritmo e la musicalità della lettura, quanto alla maggiore rapidità di lettura. Con la sineresi, difatti, si mantiene viva l'attenzione sul resto della frase e il concetto è percepito con più immediatezza. 
Non sembri strano perché ci sono altri esempi in tante e molto differenti situazioni come nell'alzata dei gradini di una scala. Quando una sola di esse sia diversa, anche di soli pochi millimetri, il piede perde il ritmo e avverte di un intoppo nel procedere. Anzi, la differenza di altezza diventa pericolosa per chi sale o scende la rampa.
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