Il termine, dal greco antico, significa letteralmente mostro.
Si tratta di una figura retorica di tipo sintattico che consiste nell'accentuare una parola o una frase, in modo da metterne in risalto il significato e le implicazioni.
Tale accentuazione può avvenire in maniera diversa. Nella lingua parlata, per esempio, ci si aiuta con il tono della voce e con i gesti, mentre nella recitazione si fa riferimento alla modulazione espressiva del volume, della velocità del dire, della pronuncia.
Questo è un esempio:

"Partecipo volentieri alle feste organizzate da Gianluigi perché lui sì che le sa preparare."

L'affermazione esplicita che Gianluigi sappia preparare le feste esprime il concetto in modo accentuato. La stessa frase sarebbe diversa se provassimo a eliminare le parole in grassetto, come di seguito riportato:

"Partecipo volentieri alle feste organizzate da Gianluigi perché lui le sa preparare."

Ossia, in questo caso, vediamo chiaramente come non si sottolinei il fatto che ci sia una bravura particolare nell'organizzazione da parte dello stesso soggetto. E il concetto, pure simile, esprime pensieri molto differenti tra loro. C'è poca partecipazione di chi parla, difatti, nel sostenere come Gianluigi sia capace.
L'enfasi è una figura retorica più utilizzata nella poesia che nella prosa. Qui bisogna fare attenzione per non apparire esagerati oppure inefficaci, quando ciò che si scrive è troppo appoggiato alla sola figura retorica. Molto meglio affidarsi ad altre soluzioni che non abusare di esclamazioni, di qualunque genere siano.
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