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Figure retoriche: il climax

Climax
Il termine, dal greco antico, significa letteralmente scala.
Ecco come il vocabolario della lingua italiana definisce questa figura retorica:

"Gradazione crescente per intensità e forza di una serie di concetti e di vocaboli."

Un esempio appropriato mostra come sia possibile usare questa forma espressiva:

"Il gatto era salito sul davanzale della finestra, aveva aperto gli occhi di fuoco, le zampe allargate, gli artigli a vista, aveva afferrato la patente, mordeva, tirava, mangiava, strappava."

Con il climax si costruisce una scala di azioni che sale d'intensità fino al culmine finale, quando c'è la conclusione di una serie di atti. E' anche possibile essere più concisi, se la narrazione lo richiede, come nell'esempio seguente:

"Rino scendeva le scale, correva, saltava, rotolava."

In questo modo, però, tutto finisce con poche parole. Anche se lo scrittore potrebbe essere interessato proprio a velocizzare il racconto nel punto. Difatti questa figura retorica è più adatta alla narrativa che alla lirica. Nella poesia potrebbe esserci in pochi e determinati casi.
Qualora desiderassi verificare che cosa sono le figure retoriche e come si possano utilizzare nella narrativa, in un esempio di romanzo che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o qualunque altro tipo di consiglio per pubblicarlo, visita questi nostri servizi.

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