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Figure retoriche: l'antifrasi

Antifrasi
Il termine, dal greco antico, significa letteralmente espressione contraria.
Ecco cosa dice il vocabolario d'italiano al riguardo:

"Figura retorica con la quale ironicamente si usa una parola in luogo del suo contrario."

E gli esempi, in questo caso, sono molto comuni giacché se ne fa largo uso nella lingua parlata, specialmente tra i giovani che sono soliti giocare tra amici. Ecco un'antifrasi:

"Che fortuna che sono stati allungati i tempi per andare in pensione. Mi diverto un sacco a lavorare io!"

Oppure un'altra di questo genere in cui c'è una spiegazione finale:

"Mario è uno sgobbone. Perciò è il primo della classe... a uscire dall'aula."

Un tipo di figura retorica molto più utile nella narrativa giacché fondata sull'umorismo che poco si adatta alla poesia. Come sempre, però, non se ne faccia un abuso per non essere troppo definiti, come autori, appartenenti a un certo gergo. Un testo viene letto da tutti, in genere e, come spesso accade, l'abbondanza di retorica stanca chi legge. Il motivo è che ci vuole uno sforzo maggiore a interpretare il pensiero dello scrittore. Anzi, qualche volta potrebbe succedere che non s'intenda di tale forma espressiva e ci siano equivoci che devono sempre essere assenti nelle pagine di un libro.
Qualora desiderassi verificare che cosa sono le figure retoriche e come si possano utilizzare nella narrativa, in un esempio di romanzo che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o qualunque altro tipo di consiglio per pubblicarlo, visita questi nostri servizi.

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