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Figure retoriche: l'anastrofe

Anastrofe
Il termine, dal greco antico, significa inversione.
Ecco la definizione tecnica presa dal vocabolario d'italiano:

"Inversione nell'ordine normale di due parole successive."

Essa, detta anche anteposizione, è molto simile all'iperbato ma in quel caso esiste un inciso tra i termini, che qui non avviene. Per esempio si ha un'anastrofe quando si antepone il complemento oggetto, o qualsiasi complemento, al predicato. Ecco un esempio che chiarisce come si abbia questa figura retorica:

"A grande velocità correndo."

"Di grande aiuto fu il suo consiglio."

"Pasta condita con funghi mangiammo."

Un libro molto ricco di questo tipo di figura retorica, proprio come stile del racconto, è Il signore degli anelli, anche se si può notare ciò nella versione tradotta in italiano.
L'effetto che si ricava con l'anastrofe è di un ambiente molto lontano nel tempo, mitico, quasi di altri mondi, come se si volesse invertire non soltanto la costruzione della frase quanto, pure, il tipo di vita raccontata. Per questo motivo le figure retoriche devono essere sempre aderenti al tema che si scrive. Diversamente si formulerebbero odiose espressioni, per niente appropriate con la realtà del testo.
Qualora desiderassi verificare che cosa sono le figure retoriche e come si possano utilizzare nella narrativa, in un esempio di romanzo che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o qualunque altro tipo di consiglio per pubblicarlo, visita questi nostri servizi.

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