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Case editrici che non chiedono contributo agli autori

Criteri nella valutazione

Un esordiente, a lui ci rivolgiamo prima di tutto, non è disposto a spendere denaro per vedere pubblicata la propria opera. A meno che non si dedichi all'autopubblicazione. Nel caso che decida di scegliere un editore il quale gli offra l'acquisto di copie del libro, allora già siamo su un altro piano e ne parliamo a parte in questa stessa sezione del nostro sito.
Quando, invece, l'autore cerca un editore tradizionale, senza che gli chieda alcun contributo, di nessun genere, allora è anche necessario che si sappiano i criteri che noi abbiamo seguito per esprimere un giudizio. Ossia quale caratteristica principale abbiamo considerato per valutare in senso positivo.
Ecco, prima di tutto il modo di inviare il dattiloscritto. Quando la casa editrice lo richiede via email, allora siamo di fronte a una redazione ben organizzata e che non vuole perdere tempo o farlo perdere a chi scrive testi da pubblicare. Se il manoscritto viene richiesto tramite posta ordinaria, e su carta, già formuliamo un criterio negativo di valutazione. Nel senso che per un esordiente questo particolare non è da poco. Difatti che cosa egli dovrebbe tirare fuori dalle tasche se volesse mandare la sua opera, poniamo, a una cinquantina di editori? Si vogliono fare un po' di conti? Eccoli.
Un romanzo di 300 pagine richiede, stampato in fronte e retro, 150x50=7500 fogli di carta, 15 risme che già costano almeno 40 euro.
Poi l'inchiostro per la stampante: occorrono almeno sette cartucce nere che potrebbero costare minimo altri 35 euro.
Passiamo alla rilegatura, ammesso che si faccia in casa: 50 coste di plastica, il sistema meno costoso, x 20 centesimi l'una = euro 10,00.
Poi il pacco, 50 buste x 50 centesimi: ancora altri 25 euro.
Le spese postali, considerando un piego di libri: 50 x €1,28 (sempre che tale tassa non aumenti) = euro 64,00.
Facendo le somme abbiamo: €40+35+10+25+64= €174,00.
Senza contare il tempo perso per la stampa, ammesso che vada sempre bene nel fronte-retro, che non ci siano intoppi per la formazione dei pacchetti, per portarli agli uffici postali e spedirli, oltre alla fila. Giacché non è nemmeno possibile andare una sola volta con 50 libri sotto il braccio.
E tutto senza avere alcuna certezza che il manoscritto piaccia e sia accettato dalle case editrici alle quali s'invia.
Ecco perché la spesa nulla delle email è da noi preferita e consigliata. Del resto ci sono migliaia di editori in Italia ai quali potersi rivolgere.
Quindi i due criteri principali e minimi per avere una valutazione positiva nelle nostre recensioni sono:
  1. che l'editore non chieda contributi;
  2. che accetti l'invio del manoscritto sotto forma di file.
Poi si considerano, nel nostro giudizio, anche come si rapporta la casa editrice verso l'autore, tramite il sito, la credibilità dell'attività, le informazioni aggiuntive che si mettono in risalto nelle pagine. Le risposte che si darebbero agli autori e in quanto tempo. L'eventuale bozza del contratto pubblicata sul sito stesso.
Il tutto già da noi visionato ed esaminato a vantaggio di chi si accinge a vedere pubblicata la propria opera, senza perdere altro tempo in ricerche nella rete.

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