Archeologia
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I tempi necessari alla costruzione delle cinte murarie megalitiche dei Sanniti
 

Come calcolare il tempo per completare la cinta muraria

Le aree archeologiche dell'antica Pentria

Bisogna in primo luogo considerare l'ambiente in cui si trovano queste mura. Si tratta di zone montagnose e, in qualche caso, poset al di sopra dei mille metri di altitudine. Quindi aree molto accidentate, tra rocce e dirupi, oltre che con clima rigido d'invermo e caratterizzato dalle estati molto brevi. 
Questi posti venivano scelti appsitamente per ragioni di difesa che consisteva soprattutto nella difficoltà di accesso. Ed erano utilizzati, molto verosimilmente, fin da tempi molto remoti, quando la caccia era l'unica fonte di sostentamento delle popolazioni locali. Non avrebbe senso che si fossero costruiti villaggi dotati di recinzioni piuttosto consistenti e fatti di grosse e pesanti pietre, se non con la ragione che vi si vivesse anche prima che ivi si organizzasse l'allevamento e l'agricoltura. Forse anche quando l'uomo usasse soltanto le caverne che, in montagna, abbondano.
Il passaggio successivo fu di costruire le capanne di legno e, quindi, anche le palizzate di difesa tutt'intorno al vllaggio. E il legno, è notorio, è facile da reperire dove ci sono boschi. Come anche le pietre per il momento seguente, quando si trasformò la cinta in massi ben più resistenti agli attacchi nemici e non solamente di animali selvatici e feroci. Del resto la puetra non si distrugge con il fuoco.
Co questa breve premessa analizziamo i tenpi necessari a costruire una cinta muraria del tipo che si può osservare, nei suoi resti, nelle aree archeologiche della Pentria e del Sannio in generale. Ossia non solo nell'alto Molise, ma anche nelle regioni vicine come, per esempio, nella Campania (vedi Piedimonte Matese).

Il caso delle Civitelle di Frosolone

L'area delle Civitelle di Frosolone, nel Molise, è molto interessante per la sua posizione a circa 1200 metri sul mare e per l'ampiezza del sito che ci consente più di altri di essere analizzato e ci fornisce maggiori indizi. Difatti i resti si estendono in lunghezza, per circa cinque chilometri, anche se in forme, più o meno, concentriche. Dunque i tempi che occorsero per costruire tali cinte murarie dovettero essere molto lunghi. 
In principio dovette esserci soltanto l'area più in alto, un luogo forse dedicato al culto, successivamente, ma in principio occupato da abitazioni. Esso consente di vedere il territorio fino al mare Adriatico, verso est, quindi di lato fino alla Campania, al beneventano e, verso nord, fino alle montagne dell'Abruzzo, oltre la valle del fiume Trigno. Una visuale che permetteva di avere sotto controllo un vasto territorio, anche verso la Puglia. Soltanto a ovest c'erano altri monti vicini, quelli della stessa montagna su cui sorgeva questo primo villaggio delle Civitelle. Tutto ciò significa che la posizione fosse alquanto strategica: si sarebbe visto qualuqnue attacco proveniente dal basso, mentre dal retro c'erano aree accidentate e poco adatte a essere percorse con celerità. La difesa era assicurata.

Le mura

La cinta muraria aveva una lunghezza proporzionale all'area recintata. Qui, nella zona più alta, abbiamo i seguenti dati:

  • lunghezza delle mura megalitiche = metri 666 circa;
  • area recintata = metri quadrati 20'300 circa (due ettari).
Dunque un rapporto di 1:30, ossia a ogni metro lineare di mura corrispondono trenta metri quadrati di area circoscritta. Se si prende in esame l'intera area, il rapporto diventa più piccolo in considerazione della presenza di cinte concentriche ma, per questo conteggio, cambia poco. Anzi, nel caso di tutta l'area del villaggio si dovrebbe essere stati ancora più rapidi nel costruire le mura. Perché meno spazio interno e meno abitanti e meno operai addetti alla costruzione. Tuttavia bisogna fare delle precisazioni per evitare errori di valutazione.
La zona alta delle Civitelle è anche la più accidentata. Una parte di essa, verso nord-est, mostra rocce che fanno da corona naturale al monte e un'altra parte si inserisce fra le mura facendo diminuire l'effettiva lunghezza del costruito. Vi è da rilevare che è anche, però, la zona di più difficile organizzazione di un cantiere perché molto scoscesa, soprattutto nei versanti di cui si è appena detto. Questi due fattori si elidano a vicenda nel conteggio dei tempi necessari alla realizzazione della cinta, anche se pare molto più incidere la difficoltà di esecuzione che non la diminuizione della lunghezza. Ma cià andrà a tutto vantaggio del conteggio finale dei tempi. Ossia essi saranno più contenuti, anche se sempre molto lunghi. 
In un'altra pagina si è ipotizzato che occorressero parecchi anni, secoli, per finire l'intero perimetro delle Civitelle.
E' verosimile che nella zona più alta, di cui stiamo trattando, potessero vivere un numero ristretto di persone e operare alla costruzione delle mura secondo il seguente calcolo:
  • area cintata = mq.20'300;
  • percentuale libera da rocce e adatta alle costruzioni = 40% = 20'300 x 0,4 = 8120 mq.;
  • area affettivamente costruita 1/2 di 8120 mq. = 4060 mq. (sono state sottratte le strade interne all'abitato); 
  • ipotizzando abitazioni di mq.20 abitate da 4 persone si ha che vivessero in zona 4060/20x4 = 812 unità;
  • non è possibile pensare a un numero maggiore di 10 operai addetti sempre, a rotazione, alla costruzione delle mura. Tale stima considera che una metà degli abitanti fossero donne e un terzo bambini. A 812 va sottratto 406 (donne) e 270 (bambini). Dunque il calcolo va fatto su 812-676=136 uomini in grado di sforzi faticosi.
La popolazione del villaggio doveva occuparsi principalmente di sopravvivenza e, quindi, della cura degli animali da allevamento e dell'agricoltura nella parte più bassa della zona, dove fosse possibile, come si può notare ancora oggi, il lavoro nei campi. Inoltre altre persone, verosimilmente le stesse che portavano gli animali al pascolo, dovevano occuparsi dell'approvvigionamento idrico nei pressi di una sorgente che ancora oggi serve l'abitato di Frosolone, questo posto due chilometri più a valle e quella due chilometri di area accindentata verso sud. Il che significa che le greggi non potevano essere lasciate nella custodia dei soli cani, come avviene oggi sulla stessa montagna, ma dovevano avere adulti che tenessero a bada anche gli animali selvatici e pericolosi del periodo.
Se si ipotizza che altri dovevano costruire pure le abitazioni, allora si capisce come si restringe ancora di più il personale addetto alle mura. Ipotizziamo, invece, che già esistessero le case internamente alla zona e che essa fosse già stata recintata di pali di legno, come più volte abbiamo detto in quests pagine ed è molto probabile che fosse proprio così. Non si può ritenere, difatti, che avvenisse la costruzione di una città, chiamiamola così provvisoriamente, tutta in contemporanea, per i motivi di tempo non disponibile per tali eventi insieme.

Quanto tempo per la costruzione della cinta muraria

Da quanto si è detto si può dedurre facilmente stimare il tempo per finire l'intero cantiere di questa zona delle Civitelle. L'analisi serve a comprendere quanto durasse una simile opera e a estendere l'ipotesi a tutti gli altri siti archeologici dei Sanniti risalenti allo stesso periodo storico. Come tutte le stime si tratta di ipotesi per le quali basta anche un minimo scostamento nei dati, in più o in meno, per avere risultati diversi. L'importante è avvicinarsi all'ordine di grandezza della valutazione. Il metodo usato è lo stesso che si adopera per stabilire i valori delle costruzioni in edilizia o per stimare le aree fabbricabili.
E' verosimile che si costruissero le mura con una velocità non superiore a tre metri cubi al mese. Difatti i massi, che si possono ipotizzare, come media e osservando i resti nella zona, di un quarto di metro cubo, ossia della misura di cm.70x70x50 o similare, potevano essere spostati con molta fatica. Il peso, in questo caso di mc. 0,25 x 2500 kg/mc = kg.625, non permette a un paio di uomini, forti come si vuole, di trasportare le pietre, dalla forma poco geometrica, da un luogo a un altro in breve tempo.
Sicuramente c'era l'aiuto dei muli e dei cavalli, ma l'area montana, accidentata e servaggia, non consentiva di operare comodamente. Inoltre bisogna valutare che tali massi non erano sempre tutti nelle vicinanze e la ricerca poteva anche durare un giorno. Perciò si costruiva con questi tempi medi:
  • ricerca del masso = mezza giornata lavorativa;
  • trasporto del masso sul cantiere = un giorno lavorativo;
  • posa in opera del masso = un giorno lavorativo.
Si raggiunge il tempo di due giorni e mezzo per ogni masso e, quindi, di un metro cubo di mura ogni dieci giorni, equivalente a tre metri cubi al mese. Per giorno lavorativo bisogna considerare il tempo che concede il sole di poter vedere. Naturalmente maggiore in estate.
Tuttavia bisognerebbe anche tener presente che non sempre si poteva lavorare nella maniera. Per esempio quando pioveva, c'era nebbia, c'era neve e ghiaccio era impossibile portare avanti questo ritmo. Anzi, l'inverno in montagna dura molto più che altrove, e arriva anche al doppio di mesi. Questo fatto non viene calcolato al momento ma servirà per avvalorare i lunghi tempi che risulteranno dalla stima.
Le mura di questa zona alta delle Civitelle risultano lunghe 666 metri lineari. Vediamo quanti massi occorrevano per realizzarle:
  • altezza delle mura = metri 5,00;
  • spessore medio della cinta muraria = metri 1,50 (considerando che lo spessore fosse fatto di massi pesanti solamente nelle due facce, esistono resti di un metro e altri di due);
  • totale del volume costruito = m.666 x 5,00 x 1,50 = mc.4995;
  • totale dei massi necessari = mc.4995 x 4 (un quarto di metro cubo) = n.19'980 (circa ventimila massi).
Se erano costruiti tre metri cubi al mese, occorrevano in tutto, per finire l'opera, così come la possiamo ricostruire nella sua estensione oggi:  mc.4995/3 = 1665 mesi, corrispondenti a oltre 138 (centotrentotto anni). Questo lungo tempo, opera di più generazioni, è spiegabile soltanto se si considera che le mura di pietre erano costruite in sostituzione di recinzioni già esistenti e fatti di pali di legno. Perciò un lavoro che durava.
La stima è stata volutamente mantenuta molto ristretta nel tempo. Si sono considerati i dati il meno possibile incidenti nella durata del cantiere, (se così lo possiamo chiamare), per evitare che qualcuno potesse obiettare che non è congruo, con il periodo storico, pensare ai secoli per una difesa che doveva servire subito, quando la vita media superava di poco i trent'anni.
Tutto vero, ma non si possono proporre ipotesi senza ragionamenti di un qualche valore scientifico.
Per le altre cinte murarie si è giunti a tempi molto più lunghi considerando che l'estensione dell'area, ben maggiore di questa iniziale del sito archeologico, è motivo di supposizione che esistessero anche altri tipi di edifici pubblici: quelli destinati ai servizi sociali, del genere che c'erano allora, quelli per il culto, molto importante per la religione di quei popoli, (si pensi alla pietra osca ritrovata nei pressi di Capracotta con la lunga serie di divinità elencate), le strade, i luoghi destinati al ricovero degli animali, quelli per i prodotti agricoli, gli altri per la legna invernale. Quindi pure meno spazio destinato alle abitazioni e, perciò, meno operai disponibili.
Dunque un villaggio che, nelle epoche successive, era  organizzato molto più simile alla struttura urbana, quando il mondo arcaico stava scomparendo. Processo che, ovviamente, durò secoli.

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