Archeologia
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Una giornata d'estate alle Civitelle, tremila anni fa
 
Come si svolgeva un giorno qualsiasi, d'estate, nell'antico Sannio

Il sole

Nessuno sa quanto sia dolce il sole d'estate in montagna. Basta mettersi un panno bagnato sulla testa e si può lavorare dal sorgere del sole fino a sera, per un lunghissimo pomeriggio che vale come due giorni d'inverno. 
Le cisterne con l'acqua potabile funzionano a pieno ritmo, i trasportatori dalla sorgente a due passi adesso sono dei ragazzini che sanno come colmare direttamente sugli asini i capienti recipienti di legno. Sono stati costruiti dei canali e gli animali ricevono, per caduta il prezioso liquido, fresco, dissetante, chiacchierino come loquaci sono i piccoli. Si scambiano lanci di acqua per gioco, con le mani a coppo, poi il ritorno, più viaggi al giorno, questo è un loro compito.
Il pascolo di maggio si è riempito di odorose piantine. Il timo è dovunque sulle rocce calde, si spande nell'aria al calpestio, le capre non si accorgono di mangiarne per far profumare anche il latte e il formaggio. 
C'è in giro, al'interno delle mura, un viavai di gente che è indaffarata a costruire, a fare manutenzioni, a sistemare la legna per il prossimo inverno. Si vive pensando a ciò che deve venire. Il santuario è sempre più bello, ricco di sculture che alcuni artisti locali sono in grado di preparare. Ci vuole tempo, ma tutto si fa per gli dei, per il buon raccolto di luglio, il farro, per la vendemmia di fine estate, per un buon commercio della lana delle pecore appena tosate, a valle, in cambio di qualche altro attrezzo di bronzo.
Intanto c'è in giro un'aria di festa, del tipo che avviene ogni estate, qualcosa di molto importante sta accadendo nelle case.

Le nascite e i nonni

Le donne più anziane hanno imparato come far nascere i bimbi, sono parecchie le ragazze che hanno bisogno di aiuto. E' importante passarsi le informazioni su come procedere, ci sono troppe morti in questo periodo, seppure addolcite dalle nuove presenze. Queste, comunque, sono ben maggiori di quelle e ciò è un fatto che genera speranza.
Le mogli sono rimaste gravida fin dai primi mesi freddi dello scorso anno. Siamo nel cuore dell'estate, è più facile abituare i piccoli al clima della montagna, in attesa del nuovo freddo e della neve.
Ed è sera quando si accendono i falò. Se ne vedono anche nelle zone abitate vicine, basta osservare dalla parte alta delle cinta murarie. Uno spettacolo che parla della vita di queste terre. Se si facesse silenzio assoluto, e certe volte capita per sentire le voci lontane, si può udire come l'altro villaggio festeggi, insieme. Significa che la popolazione della tribù aumenta. Poche sono le nonne che possano stare vicino ai nipoti nei primi giorni, sono morte qualche anno prima, qui si vive appena trenta inverni. Più numerosi, nel villaggio, sono i nonni maschi, la loro esistenza è più lunga, benedetti da madre natura, dagli dei della terra.
Ci sono persone che sanno cantare, qualcuno ha preparato degli zufoli di legno e tira e spinge il pistone dentro la corteccia ben ricavata dal ramo stesso. Qualche foro sulla superficie riceve aria, basta soffiare. E si ode un armonioso suono di natura. Anche gli alberi, perciò, hanno un'anima. Lo dicono i piccoli nati qualche anno prima, sorridendo.
I mariti che hanno perso le mogli partorienti si stringono ai figli rimasti, oppure mostrano il neonato appena arrivato, come un trofeo. Quasi che chi se n'è andata abbia lasciato il testimone della storia. Eccolo, lui continua la mia presenza su questa terra, con l'aiuto degli dei del cielo. 
Poi ci sono dolci e bevande a base di frutta spremuta, per tutti. Qualcuno ha iniziato le danze, al suono degli zufoli che, adesso, sono davvero numerosi, ritmati da mazze che percuotono tronchi di legno svuotati. E il falò diventa il centro di questo mondo. Fino a tarda notte.
Qualcuno se ne è andato a riposare, si deve alzare presto, lavora ancora alle cinte murarie, ci sono tuttora da sistemare quelle che sostituiranno le palizzate che marciscono troppo in fretta e non offrono adeguata difesa. Poi crollano anche i bambini ed è ora di spegnere il fuoco.

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