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Marostica (VI)
 


Visitare Marostica 
Ci sono quattromila posti a sedere per assistere alla partita umana degli scacchi. In costume e con personaggi che sono pedoni, cavalli, torri, regina, re, alfieri. Oltre 550 figuranti che fanno uno spettacolo che dura due ore. Tutto in carne e ossa. Nella piazza del castello che fa da sfondo a questa manifestazione che risale al 1454. Allora Marostica era una città fedelissima della Repubblica Veneta.
Il bello è che puoi acquistare i biglietti per la festa da internet. Essi sono numerati e non vuoi mancare, anche per verificare se la regina davvero sia rapita come si dice nel libro. O protetta o che cosa succeda. E poi Marostica ti piace perché ci sono le ciliegie, la città delle ciliegie anche IGP. E tanti altri monumenti da vedere. Il castello superiore, il museo ornitologico a due passi dal primo, le mura della città. Una gita entusiasamnte.
Poi scendi di nuovo a valle, sta per cominciare la partita, ci sono comandi in veneziano, qualcosa capisci, il resto lo intuisci, è bello sentire espressioni cantate, come ti pare. Una messa, simpatica.
I cavalli sono calmi, sembra, oppure ci vuole del tempo perché s'innervosiscano e comincino la battaglia, quella che ti ricordi di aver letto. Che poi tutto diventa molto verosimile. Il rapimento, la regina, la battaglia o che? Mi scusi, qualcuno dice accanto a te, lei è il... e non finisce che comincia un tripudio di suoni e di rumori, di gente che urla e di qualcuno che cerca di portare la calma e di aumentare il suo tono di voce. Ci vuole un po', ma poi arriva il silenzio. Si parte.
Il sole rischiara la piazza, il castello è addobbato di bandiere che sventolano in vetta. Colorate. Come i costumi in basso, sugli scacchi della pavimentazione. E lì che un grido di bambino si spande nello slargo, corre sui capelli dei posti a sedere, raggiunge il centro e sbatte contro la faccia di un solo cavallo, tenuto a bada da un tizio che lo regge, o tenta di farlo che il cavaliere è preso da altre mansioni, deve controllare le mosse e rimanere in equlibrio. Si deve spostare di quel poco che gli è consentito dal pezzo. Tre passi in una direzione e uno di lato. Deve disegnare una elle.
Perciò comincia la baraonda, quella che hai ora ricordato. E non puoi assistere senza intervenire che qui tutto diventa terribilmente vero. E scendi, proprio come il personaggio del libro. Oppure sei tu? Non lo sai, ora è tutto confuso, come se vivessi nella storia, nel romanzo e non sei capace di uscirne.
Quando ti svegli, sei nella stanza del sindaco che ti sgrida davanti a due guardie. Così pare. E ti sforzi di raccontare di un libro che hai letto su questo fatto. Quando il professore era andato in pensione e aveva sempre avuto voglia di comprarsi una barca. Ma che c'entra? Non sai rispondere. Poi ti viene da dire qualcosa e parli spontaneamente.
Marostica è in
Un'aquila tra cielo e mare.

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