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Campobasso
 


Ricordi di CAMPOBASSO 
A Campobasso vissi 7 anni in collegio, nel convitto nazionale Mario Pagano. Vi ero giunto ancora bambino proveniente da un altro collegio, quello di Macerata. Prima di allora c'ero stato poche volte ed una di queste tristemente ricordata perchè si trattò di quando ebbi una frattura ad una gamba e mi portarono in un ambulatorio per farmi delle lastre. 
Frequentai le scuole medie ed il liceo fino a quel giorno di luglio quando ci fu l'esame di stato e tutta la notte non avevo dormito per una maledetta pizza mangiata con gli amici: mi sembrava come se fosse avvelenata, fatto sta che qualche ingrediente era scaduto o avevo lo stomaco in disordine per la fifa del giorno dopo. 
Andavamo a passeggio nel pomeriggio, appena dopo la refezione, per le lunghe strade della città, fino a raggiungere la periferia dove spesso si faceva qualche partita a calcio. Adesso ci sono tutte case, gli spazi di un tempo sono scomparsi, la città si è espansa dappertutto, il vecchio centro storico è una minuscola zona poco attraversata dalla gente. Invece è quella più bella di Campobasso, tutta intorno al monte su cui sorge il castello. Questa è una costruzione di un certo valore storico e architettonico, visibile a chilometri di distanza, persino dal mio paese che ne dista 35, misurati lungo la strada rotabile. 
E dire che ci sono delle azioni dell'uomo incomprensibili, tese a distriggere quello che egli stesso prima ha costruito con tanto sacrificio e lavoro negli anni, se non nei secoli. Di che si tratta? Presto detto.  
Il monte che ospita il castello, l'unico monte della zona, come un enorme gelato caduto dal cielo rimasto col cono all'insù senza sciogliersi al sole, in un'area praticamente pianeggiante o con dolci declivi, è stato attaccato da una strana carie: si vedono quà e là delle cave di pietra che hanno corroso anche profondamente le pendici. Come pensavano costoro, e non solo chi ha materialmente eseguito questi scavi, (fatti evidentemente con esplosivo a giudicare dalla natura rocciosa del suolo e del sottosuolo, a pochi metri dalle case poi!), ma anche chi ha fornito le dovute autorizzazioni per distruggere paesaggi e luoghi di lasciare intatto un castello medioevale su un monte che si stava minando alla base non è facile capire. Per me queste non sono polemiche, ma esempi di meraviglie della stupidità umana. 
Campobasso, oltre al castello ed alla zona storica, piacevole solo per la sua composizione urbanistica attorno al monte, ma priva di grandi monumenti, non ha molto da mostrare per le sue architetture. E' un tranquillo paesotto che si è ingrandito per essere il capoluogo di provincia prima ed adesso, da quando è sorta la regione Molise, capoluogo di Regione. Un fabbricato alto 10-15 piani viene chiamato grattacielo ed è il fratello del castello come emergenza urbana. Cioè è l'altra opera visibile da lontano nel paesaggio della città. Questo fatto lo rende interessante come struttura, anche se in sè per sè non è nulla di significativo dal punto di vista artistico. Tant'è che mi viene anche il dubbio che il suo progettista abbia realizzato senza volere un elemento caratterizzante di Campobasso e del suo territorio. 
Il turista che visita la città potrà apprezzare sicuramente una lunga passeggiata nel corso alberato del centro cittadino, dove la sera si raccolgono tutti i giovani e non solo per lo "struscio" quotidiano. 
Il fabbricato del convitto nazionale Mario Pagano incombe maestoso al centro di Campobasso e questo mi mette sempre di umore malinconico, quando passo nelle sue vicinanze: mi ricorda gli anni del collegio quando non avevo la libertà che cercavo. 
Dal mio paese, 05-02-2006 
Raffaele 
 
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