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Bergamo
 


Ricordi di BERGAMO 
Quando giunsi a Bergamo era un giorno di fine ottobre e c'era un pieno sole, quasi estivo. I ragazzi stavano uscendo dalle scuole della città e si affollavano nella piazza della stazione ferroviaria, in un vociare per niente fastidioso, anzi composto. Il traffico era anche esso preciso, come le case allineate lungo il grande e lungo viale che fronteggiava me, appena sceso dal treno in un ambiente che mi apparve subito allegro e accogliente. 
Dovevo raggiungere Selvino, un piccolo paese a mille metri sul mare, per insegnare in una scuola media e chissà come avrei fatto per arrivarci: io giovane, pieno di entusiasmo, ma un pò stanco di girovagare per l'Italia fin da quando avevo appena 11 anni. 
Stavo per subire un altro esame. 
Bergamo è una città vivibile, con ampie strade per passeggiare, con un clima dolce, con un territorio circostante molto affascinante per le montagne, i fiumi, le valli. 
La cura che si notava in tutto, per chi come me era stato dirottato lì, per la prima volta, dalle circostanze del lavoro e della vita, sarebbe poi stata evidente anche nei paesi della provincia. Le case, le strade cittadine, le piazze, i particolari delle costruzioni, i tetti, gli infissi, gli arredi urbani dovunque sono tutti di qualità e raffinati. Praticamente la civiltà dei bergamaschi è di questo tipo: non trovi mai un'edificio fatiscente o abbandanato o privo di manutenzione continua. 
Il paesaggio delle aree costruite, molto simile a quello naturale per bellezza e composizione, è dovunque attraente. La precisione nelle cose, anche nelle parole e nei concetti è poi tipica di questo posto. 
Bergamo, il cui nome affonda le radici in etimologie nordiche, del nord Europa, che vorrebbe dire montagna, ma anche nel nostro "borgo" tipico del medioevo, condensa effettivamente l'uno e l'altro concetto. Ci sono le prealpi Orobiche che, quando ne assaggiai un pò con gli occhi quelle volte che favevo delle gite a piedi camminando per ore, anzi salendo in boschi e valli d'oro, apparivano in uno splendore inimmaginabile per me abituato alle dolci montagne degli Appennini. E ci sono centri storici meravigliosi in tutta la provincia, a cominciare dalla Città Alta che domina Bergamo bassa e moderna e che è uno scrigno di bellezze storiche, con edifici assolutamente da visitare e fotografare e con un tessuto urbano da gustare in un'unica e lunga passeggiata. 
Dicevo delle valli d'oro, davvero come canta "La montanara" (Lassù sulle montagne, tra boschi e valli d'or...). Per chi non ha mai visto simili spettacoli della natura è facile capire anche le parole di quella canzone quando egli fa una gita sulle prealpi bergamasche. Ricordo una valle immensa e verde, dove incontrammo degli amici di un paese limitrofo e che poi andarono per la loro strada e, da lontano, diventarono dei puntini neri nel vasto prato sui declivi di monti maestosi. 
Di Bergamo mi piacque anche la generosità della gente: un pò chiusa inizialmente, ma che ti danno tutto il cuore una volta che hai dimostrato la tua sincerità, il tuo rispetto, la tua purezza. Diversamente ti tengono lontano: a loro non piacciono le cose e le persone poco chiare. 
Non so se un giorno tornerò a visitare la mia Bergamo, quella della mia gioventù, forse no, vorrei mantenere vivo dentro di me il ricordo di quelle giornate piene di sole e calde in tutti i sensi, immerse nella montagna che ho sempre amato. 
Dal mio paese, 16-02-2006 
Raffaele 
 
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