Una gita a...
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Aosta
 


Visitare Aosta 
Quando arrivi ad Aosta vorresti subito vedere l'arco di Augusto. Lo sguardo se ne va da solo vero i monti circostanti, altissimi, superbi, le Alpi. Domani o forse dopodomani ci salirò. Non hai la macchina, sei con un amico, arrivato in treno con lui. Hai la tenda.
Eccolo là, ti fa l'altro. E' scuro, il tipo di pietra usato, il tempo ha mangiato la superficie qua e là. Secondo te manca di qualche massa sulla sommità, pensi a Porta Maggiore di Roma, agli altri archi di quella città. Qui tutto più piccolo. Ma siamo anche lontani dalla capitale.
Poi ti svegli che non è giusto criticare sempre, c'è anche un po' di fame. Un ristorante?
Scorrono le ore del giorno a passeggiare per le strade, passi di nuovo davanti alla stazione, piazza Émile Chanoux e l'Hôtel de ville, ora municipio, ti dicono. Sei distratto. Leggi cartelli in due lingue. Ma come si parla qui? Francese. Ah!
Quando è sera cerchi un posto per dormire, con la tenda, s'intende. E girovaghi arrorno al perimetro urbano per un prato piano e lontano dalle case. Non è facile. Quando ci riesci, è notte e il tuo compagno di viaggio ha sete. Se ne va. Non torna. E' tardi. Quando lo fa, è mezzanotte, pare, e ha una bottiglia di acqua fresca e la paura stampata sulla faccia. Un cane lo ha assalito.
E' quasi freddo, nonostante l'estate. Aosta è molto alta. Macché, solo 583 metri sul mare. No, rispetto al sud. Dove è più caldo il clima. Qui è una valle. Trentacinquemila abitanti.
Poi si parla di altro. Un viaggio di amici, di più amici, con una vettura che bisogna vendere, per espatriare con fondi in tasca e farsi una seconda vita. Ma come? Sì, proprio così, che poi se ne vedranno delle belle. L'altro ride. Tu non ne hai voglia, che il tragitto e le lunghe passeggiate del giorno sono state faticose. Sei sdraiato. Ascolti.
In Francia e poi in Spagna e, forse, in Portogallo, che così bisogna fare se vuoi davvero essere un altro, per metà della tua esistenza. E abbandonare tutto, famiglia e radici?
Non ottieni risposta, si sente ancora un cane abbaiare, nel buio e lo scorrere lento di un piccolo rivolo d'acqua, di lato. E' tutto umido. Chissà se si dorme. Domani andiamo a un campeggio su.
Senti di colpo russare. Il tuo collega di avventura è assente, riposa in pace, vivo, per carità. Ridi della battuta. Sfogli il romanzo che ti sei portato dietro per i momenti di pausa. Vorresti controllare come siete tutti ad Aosta. E chi fa la guardia al falò, la sera. Volti parecchie pagine che molte le hai lette. Sei già in Francia, davvero. Per due ore vai avanti così. Non ancora sei ripartito. Da Aosta e da Parigi. E' profonda notte. Hai un profondo sonno. Ti abbandoni nel sacco a pelo. Credi di non russare.
Ti sveglia l'amico con il libro tra le mani
: Un sorriso all'orizzonte.

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