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 Scheda stipiti in pietra
Porte, finestre, finestrini
Porte, finestre e finestrini delle mille città e paesi antichi della nostra civiltà sono costruiti con stipiti in pietra.
Se non vi sono dubbi sulle capacità portanti dei piedritti laterali, sorge qualche incertezza sulla possibilità di resistenza alla trazione nelle fibre inferiori dell'elemento trasversale superiore. In esso, specialmente quando lo spessore non consente lo svilupparsi di un automatico ed invisibile arco, le tensioni possono raggiungere il limite di rottura nel materiale e mostrare le caratteristiche lesioni lungo la zona centrale, dall'esterno verso l'interno dello stipite. Il rimedio che avevano studiato gli antichi era molto semplice: si trattava di inserire un arco in conci di pietra nello spessore murario, e al di sopra del taglio, in modo da inviare i carichi sui lati dell'apertura e creare un momento minimo nella zona centrale della pietra dell'architrave. Tale sistema non era sempre visibile esternamente giacchè la parete muraria veniva poi intonacata. Quando si scrosta l'intonaco spesso si vede tutto ciò chiaramente, come è anche mostrato dall'immaginme riportata nella parte bassa di questa pagina. 
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Tipologie che appartengono al passato
La pietra veniva usata un tempo come materiale da costruzione non solo per formare muri e pareti, ma anche come elemento particolare dell'edilizia e dell'architettura. Tecnicamente si squadravano a mano i conci (c'erano i famosi scalpellini, veri maestri di quest'arte, quasi artisti e più che artigiani) che venivano poi montati a formare portali, stipiti, soglie, gradini ed altro. 
Attualmente non sono consigliabili materiali che non hanno resistenza a trazione, specie nelle zone sismiche, anche per evitare che un loro distacco dal resto della muratura possa creare gravi inconvenienti a chi usa l'edificio. 
Tuttavia è impensabile che nella fase di restauro e ristrutturazione di costruzioni di valore storico non si possa o non di debba conservare questi prodotti della civilta architettonica passata. 
Non è corretto ritenere che componenti imprecisi geometricamente oppure deteriorati nell'aspetto fisico siano comunque da eliminare, rimuovere, sostituire con parti anche dello stesso materiale: si commetterebbe un abuso, spesso punito dalla legge, quando si tratta di edifici vincolati, ma si commetterebbe anche un doppio falso. Il primo sarebbe dovuto all'uso di un materiale che appartiene ad un'epoca ed ad una tecnologia diversa, il secondo dovuto alla convinzione di poter copiare e contraffare come se non ci fosse alcuna differenza con l'originale. 
In questo caso è meglio affidarsi a chi sa studiare la storia, la tecnologia, il significato anche simbolico degli elementi che vanno rivitalizzati.
 
Funzionalità
La pietra è un materiale che non resiste agli sforzi di trazione e fu questo il motivo che gli antichi Romani inventarono l'arco. Con tale forma si riusciva a scaricare il peso senza avere lesioni nei conci. Inoltre era molto più facile costruire anche grandi luci assemblando elementi di piccole dimensioni. 
Il trilite (due grossi massi come piedritti laterali ed una grossa pietra da architrave) che precedentemente serviva per formare porte di vario tipo in realtà costituiva un  arco mascherato: la forma a semicerchio si organizzava naturalmente dentro lo spessore dell'architrave che resisteva in maniera diseguale nella sua massa. 
Quando non furono costruiti ingressi utilizzando il legno e fino a quando non fu scoperto il ferro come materiale da costruzione, e poi il cemento armato, gli stipiti in pietra, protetti da archi sovrastanti e immersi nello spessore murario, erano il metodo principale per creare aperture nei maschi delle murature portanti. Questo significa che ciò che ci è pervenuto è degno della massima attenzione.
 
Recupero e restauro
Bisogna restaurare questi elementi senza lasciarsi prendere dalla frenesia di dover dare loro, a tutti i costi, una nuova pelle. Sarebbe come se si volessero stirare le rughe degli anziani: si può farlo, ma non cambia la loro età. Anzi si tratterebbe di un trucco che nasconderebbe la caratteristica del tempo, che non è mai un peccato o qualcosa da nascondere, come purtroppo troppa educazione pagana vuol far credere. 
Dunque restaurare uno stipite in pietra per prima cosa vuol dire pulirlo con metodi naturali: si lascino stare definitivamente le sabbiature che non sono altro che metodi distruttivi della superficie scalpellata spesso con maestria e prodotto di lavoro sapiente e duro. 
Ricordo una fontana levigata dalle mani che vi si appoggiavano per bere nel corso dei secoli e poi ridiventata ruvida a seguito di una maldestra operazione di sabbiatura: fu distrutto tutta la storia in pochi minuti.
 
Nessuna aggiunta
Anche l'aggiunta di elementi mancanti, a meno che non siano indispensabili per la vita stessa dello stipite, sono da evitare. In questo caso è meglio usare materiali che non nascondano l'intervento, ma lo mostrino apertamente e senza diventare essi stessi preponderanti anche formalmente rispetto all'elemento consolidato. 

 
Stipite di nun finestrino
Lo stipite riportato nell'immagine di questa pagina mostra un finestrino di una casa risalente probabilmente al 1800. Si può notare l'arco di protezione posto sull'architrave: in questo modo la pietra orizzonmtale è gravata solamente del peso del materiale posto tral'arco e sè stessa, ed infatti, dopo tanti anni, ancora si mantiene integra. 
La bellezza di questo elemento va giudicata pensando alla sua semplicità, alla sua pulizia, alla sua modestia, inquadrandolo nell'epoca della sua costruzione.