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Movesi il vecchierel...
 
Il verbo con cui inizia questo sonetto è un concentrato di poesia. Il Petrarca ha già tracciato non solo il tema, ma tutta l'espressività del suo componimento. Egli ripete, con pennellate di colori che, come è il suo solito, richiamano il tempo e lo spazio (le famose reazioni poetiche del Leopardi), lo stesso concetto in tutta questa poesia delicatissima.  
Nell'ultima parte, se in SOLO E PENSOSO il raffronto con sè stesso è ben riuscito, qui un pò meno in quanto è troppo grande la descrizione della condizione umana della nostra vita.
 
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 Movesi il vecchierel... (XVI) 

Movesi il vecchierel canuto e bianco 
del dolce loco ov'ha sua età fornita, 
e da la famigliuola sbigottita 
che vede il caro padre venir manco; 
indi traendo poi l'antiquo fianco 
per l'estreme giornate di sua vita,  
quanto più pò, col buon voler s'aita,  
rotto dagli anni, e dal cammino stanco;  
e viene a Roma, seguendo 'l desio,  
per mirar la sembianza di colui 
ch'ancor lassù nel ciel vedere spera:  
così, lasso, talor vo cercand'io,  
donna, quanto è possibile, in altrui 
la disïata vostra forma vera.  

(Francesco Petrarca 14° secolo)