Studio tecnico online
sezione di
www.softwareparadiso.it
software, servizi, informazioni sull'edilizia e la casa
 
Igiene dei prodotti alimentari
(Decreto Legislativo 26 maggio 1997, n.155)
 Parti e argomenti della scheda: 
Art.  1 - Campo di applicazione 
Art. 2 - Definizioni 
Art. 3 - autocontrollo (HACCP) 
Art. 4 - Manuali di corretta prassi igienica 
Art. 5 - Controlli 
Art. 6 - Educazione sanitaria in materia alimentare 
Art. 7 - Modifiche di talune disposizioni preesistenti 
Art. 8 - Sanzioni
Art. 9 - Norme transitorie e finali
Google 
 
Web  www.softwareparadiso.it 
 

 
Decreto Legislativo 26 maggio 1997, n.155 
(Pubblicata nella G. U. 13 giugno 1997, n.136 - S.O. n.118) 
Attuazione delle direttive 93/43/CEE e 96/3/CE concernenti l'igiene dei prodotti alimentari

                                           IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 

                   Visti gli articoli 76 e 87 della Costituzione; 

                   Vista la legge 6 febbraio 1996, n. 52, legge comunitaria per il 1994, ed in particolare 
                   l'articolo 32; 

                   Vista la direttiva 93/43/CEE, del Consiglio del 14 giugno 1993, sull'igiene dei prodotti 
                   alimentari; 

                   Vista la direttiva 93/3/CE, della Commissione del 26 gennaio 1996, recante deroga a talune 
                   norme della direttiva 93/43/CEE, con riguardo al trasporto marittimo di oli e grassi liquidi 
                   sfusi; 

                   Vista la legge 30 aprile 1962, n. 283, e successive modificazioni; 

                   Vista la legge 23 dicembre 1978, n. 833, e successive modificazioni; 

                   Visto il decreto legislativo 3 marzo 1993, n. 123; 

                   Visto il decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 1982, n. 777, e successive 
                   modificazioni; 

                   Visto il decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 107; 

                   Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 21 
                   febbraio 1997; 

                   Acquisiti i pareri delle competenti commissioni permanenti della Camera dei deputati e del 
                   Senato della Repubblica; 

                   Vista la deliberazione del Consiglio del Ministri, adottata nella riunione del 16 maggio 1997; 

                   Sulla proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro della sanita', di 
                   concerto con i Ministri dell'industria, del commercio e dell'artigianato, degli affari esteri, di 
                   grazia e giustizia, del tesoro e delle risorse agricole, alimentari e forestali; 

                                                       EMANA 
                                             il seguente decreto legislativo: 

Art. 1 
                                                (Campo di applicazione) 

                   1. Il presente decreto stabilisce, fatte salve le disposizioni previste da norme specifiche, le 
                   norme generali di igiene dei prodotti alimentari e le modalita' di verifica dell'osservanza di tali 
                   norme. 

Art. 2 
                                                     (Definizioni) 

                   1. Ai fini del presente decreto si intende per: 
                   a) igiene dei prodotti alimentari, di seguito denominata "igiene": tutte le misure necessarie 
                   per garantire la sicurezza e la salubrita' dei prodotti alimentari. Tali misure interessano tutte 
                   le fasi successive alla produzione primaria, che include tra l'altro la raccolta, la macellazione 
                   e la mungitura, e precisamente: la preparazione, la trasformazione, la fabbricazione, il 
                   confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, la vendita o la 
                   fornitura, compresa la somministrazione, al consumatore; 
                   b) industria alimentare: ogni soggetto pubblico o privato, con o senza fini di lucro, che 
                   esercita una o piu' delle seguenti attivita': la preparazione, la trasformazione, la 
                   fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, 
                   la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, di prodotti alimentari; 
                   c) alimenti salubri: gli alimenti idonei al consumo umano dal punto di vista igienico; 
                   d) autorita' competente: il Ministero della sanita', le regioni e le province autonome di 
                   Trento e Bolzano, i comuni e le unita' sanitarie locali, secondo quanto previsto dalla legge 
                   23 dicembre 1978, n. 833, e successive modificazioni; 
                   e) responsabile dell'industria alimentare: il titolare dell'industria alimentare ovvero il 
                   responsabile specificatamente delegato. 

Art. 3 
                                                   (Autocontrollo) 

                   1. Il responsabile dell'industria deve garantire che la preparazione, la trasformazione, la 
                   fabbricazione, il confezionamento, il deposito, il trasporto, la distribuzione, la manipolazione, 
                   la vendita o la fornitura, compresa la somministrazione, dei prodotti alimentari siano 
                   effettuati in modo igienico. 

                   2. Il responsabile della industria alimentare deve individuare nella propria attivita' ogni fase 
                   che potrebbe rivelarsi critica per la sicurezza degli alimenti e deve garantire che siano 
                   individuate, applicate, mantenute ed aggiornate le adeguate procedure di sicurezza 
                   avvalendosi dei seguenti principi su cui e' basato il sistema di analisi dei rischi e di controllo 
                   dei punti critici HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Points): 
                   a) analisi dei potenziali rischi per gli alimenti; 
                   b) individuazione dei punti in cui possono verificarsi dei rischi per gli alimenti; 
                   c) decisioni da adottare riguardo ai punti critici individuati, cioe' a quei punti che possono 
                   nuocere alla sicurezza dei prodotti; 
                   d) individuazione ed applicazione di procedure di controllo e di sorveglianza dei punti critici; 
                   e) riesame periodico, ed in occasione di variazioni di ogni processo e della tipologia 
                   d'attivita', dell'analisi dei rischi, dei punti critici e delle procedure di controllo e di 
                   sorveglianza. 

                   3. Il responsabile dell'industria alimentare deve tenere a disposizione dell'autorita' 
                   competente preposta al controllo tutte le informazioni concernenti la natura, la frequenza e 
                   i risultati alla procedura di cui al comma 2. 

                   4. Qualora a seguito dell'autocontrollo di cui al comma 2, il responsabile dell'industria 
                   alimentare constati che i prodotti possano presentare un rischio immediato per la salute 
                   provvede al ritiro dal commercio dei prodotti in questione e di quelli ottenuti in condizione 
                   tecnologiche simili informando le autorita' competenti sulla natura del rischio e fornendo le 
                   informazioni relative al ritiro degli stessi; il prodotto ritirato dal commercio deve rimanere 
                   sotto la sorveglianza e la responsabilita' dell'autorita' sanitaria locale fino al momento in cui, 
                   previa autorizzazione della stessa, non venga distrutto o utilizzato per fini diversi dal 
                   consumo umano o tratto in modo da garantirne la sicurezza; le spese sono a carico del 
                   titolare dell'industria alimentare. 

                   5. Le industrie alimentari devono attenersi alle disposizioni di cui all'allegato, fatte salve 
                   quelle piu' dettagliate o rigorose attualmente vigenti purche' non costituiscano restrizione o 
                   ostacolo agli scambi; modifiche a tali disposizioni possono essere effettuate con 
                   regolamento del Ministro della sanita' previo espletamento delle procedure comunitarie. 

Art. 4 
                                           (Manuali di corretta prassi igienica) 

                   1. Al fine di facilitare l'applicazione delle misure di cui all'articolo 3, possono essere 
                   predisposti manuali di corretta prassi igienica tenendo conto, ove necessario, del Codice 
                   internazionale di prassi raccomandato e dei principi generali di igiene del Codex Alimentarius. 

                   2. L'elaborazione dei manuali di cui al comma 1 e' effettuata dai settori dell'industria 
                   alimentare e dai rappresentanti di altre parti interessate quali le autorita' competenti e le 
                   associazioni dei consumatori, in consultazione con i soggetti sostanzialmente interessati 
                   tenendo conto, se necessario, del Codice internazionale di prassi raccomandato e dei 
                   principi generali di igiene del Codex Alimentarius. 

                   3. I manuali di cui ai commi 1 e 2 possono essere elaborati anche dall'Ente nazionale italiano 
                   di unificazione (UNI). 

                   4. Il Ministero della sanita' valuta la conformita' all'articolo 3 dei manuali di cui ai commi 1 e 
                  2 secondo le modalita' da esso stabilite e, se li ritiene conformi, li trasmette alla 
                   Commissione europea. 

                   5. Ai fini dell'attuazione delle norme generali di igiene e della predisposizione dei manuali di 
                   corretta prassi igienica, le industrie alimentari possono tenere anche conto delle norme 
                   europee della serie EN 29000 ovvero ISO 9000. 

Art. 5 
                                                     (Controlli) 

                   1. Il controllo ufficiale per accertare che le industrie alimentari osservino le prescrizioni 
                   previste dall'articolo 3, si effettua conformemente a quanto previsto dal decreto legislativo 
                   3 marzo 1993, n. 123; per tale controllo si deve tener conto dei manuali di corretta prassi 
                   igienica di cui all'articolo 4. 

                   2. Gli incaricati del controllo di cui al comma 1 effettuano una valutazione generale dei rischi 
                   potenziali concernenti la sicurezza degli alimenti, in relazione alle attivita' svolte 
                   dall'industria alimentare, prestando una particolare attenzione ai punti critici di controllo 
                   dalla stessa evidenziati, al fine di accertare che le operazioni di sorveglianza e di verifica 
                   siano state effettuate correttamente dal responsabile. 

                   3. Al fine di determinare il rischio per la salubrita' e la sicurezza dei prodotti alimentari si 
                   tiene conto del tipo di prodotto, del modo in cui e' stato trattato e confezionato e di 
                   qualsiasi altra operazione cui esso e' sottoposto prima della vendita o della fornitura, 
                   compresa la somministrazione al consumatore, nonche' delle condizioni in cui e' esposto o in 
                   cui e' immagazzinato. 

                   4. I locali utilizzati per le attivita' di cui all'articolo 2, comma 1, lettera b), vengono 
                   ispezionati con la frequenza, ove prevista, indicata nel decreto del Presidente della 
                   Repubblica 14 luglio 1995, pubblicato nel supplemento ordinario n. 132 alla Gazzetta Ufficiale 
                   n. 260 del 7 novembre 1995; tale frequenza puo' tuttavia essere modificata in relazione al 
                   rischio. 

                   5. Il controllo di prodotti alimentari in impostazione si effettua in conformita' al decreto 
                   legislativo 3 marzo 1993, n. 123. 

Art. 6 
                                       (Educazione sanitaria in materia alimentare) 

                   1. Il Ministero della sanita', d'intesa con le regioni, le province autonome di Trento e Bolzano 
                   e le unita' sanitarie locali, promuove campagne informative dei cittadini sull'educazione 
                   sanitaria in materia di corretta alimentazione, anche, d'intesa con il Ministero della pubblica 
                   istruzione, nelle scuole di ogni ordine e grado, con la partecipazione dei docenti di materie 
                   scientifiche e di educazione fisica, nell'ambito delle attivita' didattiche previste dalla 
                   programmazione annuale. 

Art. 7 
                                       (Modifiche di talune disposizioni preesistenti) 

                   1. All'articolo 4, primo comma, della legge 30 aprile 1962, n. 283, dopo la parola: 
                   "alimentazione" sono inserite le seguenti: ", materiali e oggetti destinati a venire a contatto 
                   con sostanze alimentari" e, dopo la parola: "campioni" le parole: "delle sostanze stesse" 
                   sono sostituite dalle seguenti: "di tali sostanze, materiali e oggetti". 

                   2. All'articolo 2-bis, comma 1, lettera a), del decreto del Presidente della Repubblica 23 
                   agosto 1982, n. 777, introdotto dall'articolo 2 del decreto legislativo 25 gennaio 1992, n. 
                   108, sono soppresse le parole: "di zinco". 

Art. 8 
                                                     (Sanzioni) 

                   1. Salvo che il fatto costituisca reato il responsabile dell'industria alimentare e' punito con: 
                   a) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire due milioni a lire dodici milioni per 
                   l'inosservanza dell'obbligo di cui all'articolo 3, comma 3; 
                   b) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire tre milioni a lire diciotto milioni per la 
                   mancata o non corretta attuazione del sistema di autocontrollo di cui all'articolo 3, comma 
                   2, o per l'inosservanza delle disposizioni di cui all'articolo 3, comma 5; 
                   c) la sanzione amministrativa pecuniaria da lire dieci milioni a lire sessanta milioni per la 
                   violazione degli obblighi di ritiro dal commercio previsti dall'articolo 3, comma 4. 

                   2. L'Autorita' incaricata del controllo procede all'applicazione delle sanzioni amministrative di 
                   cui al comma 1, lettere a) e b), qualora il responsabile dell'industria alimentare non 
                   provveda ad eliminare il mancato o non corretto adempimento delle norme di cui all'articolo 
                   3, commi 2 e 3, entro un congruo termine prefissato. 

                   3. Il mancato rispetto delle prescrizioni di cui al comma 2, ovvero la violazione dell'obbligo di 
                   ritiro dal commercio previsto dall'articolo 3, comma 4, e' punito, se ne deriva pericolo per la 
                   salubrita' e la sicurezza dei prodotti alimentari, con l'arresto fino ad un anno e l'ammenda da 
                   lire seicentomila a lire sessanta milioni. 

Art. 9 
                                               (Norme transitorie e finali) 

                   1. Le industrie alimentari devono adeguarsi alle disposizioni del presente decreto entro 
                   dodici mesi dalla data della sua entrata in vigore, fatta eccezione per quelle che vendono o 
                   somministrano prodotti alimentari su aree pubbliche, le quali devono adeguarsi entro diciotto 
                   mesi dalla data della sua pubblicazione. 

                   2. Nella applicazione delle disposizioni di cui ai capitoli I e II dell'allegato, alle lavorazioni 
                   alimentari svolte per la vendita diretta ai sensi della legge 9 febbraio 1963, n. 59, e per la 
                   somministrazione sul posto ai sensi della legge 5 dicembre 1985, n. 730, nonche' per la 
                   produzione, la preparazione e il confezionamento in laboratori annessi agli esercizi di vendita 
                   al dettaglio di sostanze alimentari destinate ad essere vendute nei predetti esercizi, 
                   l'autorita' sanitaria competente per territorio tiene conto delle effettive necessita' connesse 
                   alla specifica attivita'.