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Vetrina di narrativa: Gli amori dell'altopiano di Enrico Taddei

(Testo inviato dall'autore)

Gli amori dell’altopiano
di Enrico Taddei

Questi «amori dell’altopiano» di Enrico Taddei somigliano ad un atto di registrazione: all’inizio della lettura sembra non esserci nessuna pretesa di letterarietà, se non quella che comunemente, ogni giorno, il nostro linguaggio intende attirare sopra di sé per sedimentazione, per letture, per accettazione dell’usato – e, in questo senso, come indice di spontaneità. Questa ipotesi viene però a cadere quando andiamo a ricostruire il percorso del progetto narrativo.
Non ci dobbiamo fare ingannare, in primo luogo, dall’immediatezza rilevabile, per esempio, nelle lettere «alla luna» che costituiscono il primo dei nove “racconti” (e sulla forma e sul registro del racconto bisognerebbe discutere: tanto sono spinti dall’apologo alla confidenza, dalla confessione ad un sottile teatro dell’assurdo per excerpta) perché in realtà c’è molto di più sostanzioso da scoprire.
Racconti comunque, chiamiamoli pure così, che hanno una loro morale nello “stato di necessità” fortemente percepibile durante la lettura. Forse per Enrico Taddei era necessario scrivere questo libro, compiere una sorta di bilancio, se proprio tra le righe de Il timido si legge: «Oggi non prova né dolore, né paura, né rabbia, né ignora i suoi problemi; semplicemente si trova qui da solo davanti a un grande problema e se non lo può eliminare con la forza, lo sconfiggerà affrontandolo attimo per attimo» (pp. 32-33). Attimo per attimo, quindi, avviene la registrazione della scrittura sopradetta, comprensiva di alcune ipotesi di camuffamento e di distrazione rispetto all’oggetto investigato, ma sostenendo la percezione unitaria di una “comunione” tra l’esasperato monstrum individuale e qualcosa di circolante intorno, come un’ombra rinvenuta soltanto per indizi o, meglio, per incognite. «Girati e di’ qualcosa» (p. 65), in questo meccanismo sembra di fatto risiedere il movimento più accertabile di questo esempio di narrativa.
A chi invece intende questo libro raccomandiamo fortemente la capacità di intendere quanto davvero l’adolescenza risulti irrimediabile e, nelle parole di un grande poeta, «senza scampo». Come quel poeta, in fondo, vogliamo raccomandare l’ascolto, e la possibilità di corrispondere all’emozione come un incoraggiamento, o uno sprone, verso l’inizio.

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