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Scrivere: a far sì che, una inutile locuzione

A far sì che
Per la verità questo modo di esprimersi fa parte di un certo gergo, di coloro che devono trovare tempo e modo di comporre un pensiero. E allora prendono tempo non dicendo nulla, se è vero che molte parole si possono tranquillamente eliminare.
Ecco un esempio:

"Stiamo operando tutti insieme a far sì che il risultato sia omogeneo."

Come se si potesse anche fare no. E allora perché non evitare l'uso di questa frasi cacofoniche e irritanti? Basta una semplice cancellazione di parole. Come una volta facevano alla lavagna le maestre delle elementari, quando c'erano errori madornali e da non lasciare in vista più di un solo secondo.

"Stiamo operando tutti insieme affinché il risultato sia omogeneo."

Se nel parlare politichese ormai ci siamo abituati a questo modo di fare, non è così per un manoscritto da pubblicare a forma di libro. E' pur vero che gli editor correggono, ma altre volte il  lettore della casa editrice abbandona la lettura e tralascia di continuare a valutare un dattiloscritto che ha ricevuto in copia. E lo scrittore non sa per quale motivo sia stato scartato. Succede.
Allora perché non essere preparati a tali evenienze usando un linguaggio maggiormente pulito? Ci vuole poco. Basta, spesso, leggere pagine come queste che offriamo ai nostri visitatori, dove anche un piccolo consiglio serve a usare l'italiano in maniera chiara. E poi c’è il computer che cerca gli errori per noi: basta saperlo impostare.
Qualora ti piacesse avere un esempio di romanzo, che ti aiuti nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, o ti servono altri consigli, visita questi servizi.

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