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Scrivere: cosa


Cosa
L'uso di vocaboli poco appropriati, oppure generici, depone sempre male per uno scrittore. Spesso significa che egli non ha fantasia o preparazione adeguata. Eppure ci vuole poco a studiare come comportarsi nell'avvicinarsi alla redazione di un manoscritto e non annoiare chi legge.
Un caso ricorrente, da noi rilevato durante gli editing sui lavori altrui, riguarda la parola "cosa". Per essa ci sono due aspetti da considerare.
Il primo attiene la psicologia del personaggio, cioè non è possibile che tutti si esprimano allo stesso modo. Altrimenti sarà sempre e solo l'autore che parla, anche tramite le bocche delle sue creature, quando invece bisogna donare loro autonomia di pensieri e di azione, oltre che di fisionomia fisica.
Dunque non si può far parlare i personaggi con un linguaggio identico, fatto anche di medesime parole.
Il secondo si riferisce alla nostra lingua la quale mal tollera che si usino modi espressivi dialettali e inadatti in un'opera letteraria.
Ecco alcuni esempi di uso fastidioso del vocabolo cosa:

"Cosa mangi oggi, di nuovo pasta e fagioli?"

Cambiamo la frase per far capire come sia poco pulita.

"Penna usi per scrivere gli appunti di biologia molecolare?"

Pare possibile questa seconda ipotesi? Che mancherebbe? E' evidente che in quest'ultimo caso sia più chiaro l'errore. Dunque è necessario  aggiungere "che" per esprimersi in maniera pulita e non dialettale. Questo vale per le frasi interrogative che appaiono molto frequentemente scritte male negli esordienti.
Ed ecco la forma pulita:

"Che cosa mangi oggi,di nuovo pasta e fagioli?"
"Che penna usi per scrivere gli appunti di biologia molecolare?"

Quando si parla senza punto interrogativo, comunque si abbonda da parte di alcuni dello stesso vocabolo. Ma si deve ricordare che la parola "cosa" non significa nulla, ossia non ha alcuna connotazione di un elemento di qualche genere, come se parlassimo di un dato matematico indifferenziato.
Ecco esempi negativi:

"Avvertivo una cosa dentro che mi prendeva lo stomaco."
"Gennaro si era comprato una cosa che non gli serviva a nulla."

Molto meglio scrivere così:

"Avvertivo un dolore dentro che mi prendeva lo stomaco."
"Gennaro si era comprato un  attrezzo che non gli serviva a nulla."


E' ovvio che si possono utilizzare parole di un certo gergo, o di un modo di esprimersi riferite a un tipico personaggio, specie nei dialoghi. Ma si consiglia di non abusarne considerando quanto detto sopra.
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