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Editing: l'editor

L'editor
Quasi tutte le case editrici hanno un editor che curi i testi inviati e ritenuti idonei per la pubblicazione. Alcune di esse ne fanno a meno oppure affidano a agenzie esterne la correzione del manoscritto. Altre, ancora, non leggono neppure ciò che gli autori mandano: l'importante è che paghino per essere pubblicati. Naturalmente non ci riferiamo a quest'ultimo caso.
L'editor, dunque, da non confondere con la quasi simile parola italiana editore, è colui, o colei, che legge il dattiloscritto e ne rileva tutto ciò che va modificato. L'operazione non è così semplice perché occorre un'attenta lettura del testo prima di procedere con gli interventi di correzione.  Inoltre ci vuole del tempo, proprio per scovare anche le contraddizioni o gli equivoci del racconto. Nel caso di libri di saggistica l'editor deve essere esperto nel ramo trattato, a meno che non si voglia servire di un collaboratore.
Nelle piccole case editrici l'editor può anche coincidere con lo stesso editore, ma sono casi che non cambiano la distinta funzione delle due figure. Perciò l'autore viene a confrontarsi, a un certo punto, e sempre che il manoscritto sia stato scelto per essere pubblicato, con un personaggio che spunta fuori all'improvviso e di cui nessun esordiente, probabilmente, era a conoscenza.
Per partire con il piede giusto, un editor esperto deve familiarizzare con l'autore, non solo per farsi accettare, quanto per capire fin dove può spingersi nelle correzioni. E' arcinoto che ogni scrittore sia molto geloso delle sue creature, anche se sono scritte con i piedi, (poi non si capisce come mai anche tali testi siano scelti da un editore per la pubblicazione, si dice per la genialità, ma ci pare comunque una stranezza), e l'editor non deve ferire la sensibilità di chi gli è di fronte. Come, viceversa, l'autore deve capire che un editor fa soltanto il proprio lavoro e non ha intenzione di sostituirsi a nessuno, né vuole creare un'opera diversa dall'originale.
Un rapporto difficile che molti dicono sia anche diventato spesso conflittuale. A questo punto mancherebbe la dovuta serenità di animo e il lavoro procederebbe molto male. Da chi dipende la maggiore responsabilità?
L'editor interviene nella correzione meccanica, ossia quella che riguarda i refusi e le imperfezioni, tutto ciò che si può anche attuare usando direttamente il programma di scrittura, con l'opzione trova/correggi. Quindi realizza un editing stilistico, che incide sul modo di comporre una determinata frase, modificando le posizioni delle componenti, tagliando qualche aggettivo, inserendo qualche soggetto e cose simili. Infine un editing cosiddetto strutturale che va a incidere proprio sulla composizione del periodo. Nel senso che possono essere eliminate del tutto alcune parti, trasformate delle altre introducendo di lato opportuni commenti, visibili solo, logicamente, all'autore prima di mandare il testo in stampa.
Si potrebbero trovare altre fasi di correzione, come quella riferita alle bozze che, in genere si confonde con le precedenti ma che, in realtà, deve essere sempre ripetuta alla fine. Lo stesso editor, nelle sue molteplici rifiniture, potrebbe aver inserito altri refusi nel testo.
Il consiglio finale? Non si proceda con qualunque fase di correzione da parte dell'editor se prima non si conoscono abbastanza le due figure fra loro: questa e l'autore. Sempre che debbano dialogare, seppure a distanza.
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