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Editing: il corsivo

Corsivo
Non bisogna esagerare con l'uso del corsivo che serve a distinguere una parte del testo secondo determinati casi. Bisogna adoperarlo in queste circostanze:
1) parole o frasi che si vogliono sottolineare, cioè porre in particolare risalto nel contesto del discorso, dando loro maggior forza espressiva;
2) vocaboli o modi di dire in lingua straniera o dialettale;
3) titoli di libri, quadri, sculture, film, canzoni, drammi teatrali, opere d'arte in generale;
4) le dizioni op. cit., trad. cit., art. cit. quando hanno la funzione di sostituire il corrispondente titolo di una citazione bibliografica;
5) le dizioni (N.d.C.), (N.d.A.), (N.d.R.) e (N.d.E.) che si trovano al termine delle note;
6) le voci onomatopeiche, come quelli che imitano il verso degli animali o i rumori, (ad esempio la risata ehehe);
7) quando si riporta ciò che ha detto qualcuno che non è presente al momento.
Una pagina non deve avere troppi termini in corsivo giacché, in caso contrario, si avrebbe un effetto diverso da quanto si pensava di ottenere. La composizione anche grafica del testo ha la sua importanza per il lettore. Non solo perché invoglia la lettura, ma per il fatto che mostra pulizia di idee dell'autore.
Per avere un esempio di romanzo, che ti possa aiutare nella stesura del tuo, vai a questa pagina. Se, invece, già hai un manoscritto e ti occorre un'operazione di correzione o di editing, visita la pagina con  il nostro servizio.

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