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Concorsi letterari: conclusioni

 
Valutazione del concorsi letterari: conclusioni

Se hai letto tutti i concorsi di cui abbiamo fornito l'elenco, oppure la maggior parte di essi, ti sarai fatto un'idea precisa di ciò che esiste nel ramo. Moltissimi di essi sono di poca validità per tutta una serie di motivi. Sono da considerare inadatti, soprattutto, a chi vuole raggiungere l'obiettivo della pubblicazione della propria opera. Abbiamo detto più volte che ci rivolgiamo agli scrittori esordienti, in particolare, e nessuno di essi può ritenersi soddisfatto se, ciò che scrive, non sia letto. Pertanto la pubblicazione dell'opera.
Tra i concorsi di cui abbiamo fornito una valutazione pochissimi che si possonio contare sulle dita di una mano o poco più, possono essere considerati, dunque, positivamente. Molti sono ddirittura scomparsi dal web, altri sono evidentemente organizzati da case editrici soltanto per  essere loro stesse conosciute, quando non anche per ottenere guadagni dalle quote di iscrizioni.
In questi casi ci si domanda a chi potrebbe essere utile un bando che preveda una tassa di dieci o venti, se non trenta e quaranta euro, come ci è capitato di leggere. Non certo al partecipante che avrà una possibilità di vittoria su mille. Mentre chi organizza avrà intascato somme che possono anche arrivare a una decina di migliaia di euro. E qui vogliamo che l'esordiente non si lasci infiuenzare dalla propria vanità, dal desiderio di primeggiare e sia tentato di partecipare.
Infine l'invio dei manoscritti. Ma perché mai nel mondo del web ci si attardi ancora a chiedere la raccomandata, talora con ricevuta di ritorno, anche per poche pagine di poesie? Non si capisce. Mentre ci sarebbe persino la posta elettronica certificata, a disposizione, se proprio si vuole essere pignoli da parte degli organizzatori del singolo premio. Esiste il forte dubbio che si voglia far intendere che la procedura sia di una tale regidità da apparire seria.
Allora non vediamo come noi non dobbiamo essere liberi di esprimere il nostro disinteressato parere.  E sì, giacché ci è capitato di dover rispondere delle nostre idee a qualche organizzatore poco avveduto sulla civiltà che stiamo vivendo. Come se fosse reato dire ciò che si pensa, senza offendere nessuno. A conferma, qualora ce ne fosse bisogno, che siamo nel giusto se parliamo al negativo. Come al positivo. E ciò non può che farci onore perché possiamo continuare liberamente la nostra opera.
Per questo chiediamo a te, lettore, di non abbandonarci ma di tenerci nel debito conto. Confidiamo in te.


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