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Edilizia: come rifinire l'intonaco con il fino
L'intonaco fino e la parte sottilissima finale di materiale che si spande sulla superficie di un muro già intonacato. Si tratta della stesura di pochi millimetri di un prodotto apposito e fino che poi debba ricevere solamente, nel caso, la pitturazione della parete. E' quanto resta a vista, con tutti gli errori, eventuali, di lavorazione. Perciò occorre attenzione nel procedere.
In questa pagina si spiega come fare.

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Il problema
Si deve rifinire un intonaco su un muro, sia esso portante oppure con funzione di divisorio. La maggior parte del lavoro di intonacare la superficie, a questo punto, è stato già fatto. Quindi, adesso spetta operare con precisione per la rifinitura finale. Quale prodotto usare? Quali attrezzi e come procedere per avere un risultato apprezzabile?
Si descrive la lavorazione in questa pagina, tutto adatto anche a chi vuol fare da sé.
 
I materiali e gli attrezzi
L'unico materiale per poter rifinire una parete intonacata è il cosiddetto fino. Si tratta di un intonaco adesivo, prodotto facilmente reperibile in commercio e composto di cemento, calce e sabbia molto fina, in maniera da poter riemprire i minuscoli fori che ancora esistono sulla superficie della parete. E' una polvere bianca e si vende in sacchi. Non è il caso di parlare della scagliola, pure utilizzata da qualcuno, la quale è di gran lunga più difficile da spalmare per le finiture sui muri.
Per gli attrezzi bisogna dotarsi di una cazzuola piccola, del tipo utile per lavorare dentro gli interstizi dei conci, e di un fratazzo. Ne esistono di diversi tipi, qui consigliamo di utilizzare quello di spugna, una superficie montata su una manopola di plastica, che si adopererà facilmente secondo quanto si dirà nella procedura.
In realtà si possono usare anche i fratazzi di ferro che fanno ottenere una superficie molto levigata. Tuttavia questa è un'operazione più difficile per il fai da te e, senza la dovuta esperienza, si otterrebbero pareti non perfettamente piane oppure con numerevoli piccoli rilievi visibili anche dopo la pitturazione.
In questo caso, il lavoro deve essere eseguito da un bravo professionista dell'intonaco. Difatti nemmeno i normali muratori sono in grado di ottenere superfici a specchio, come si dice.
Con il fratazzo di spugna, sei o sette euro, ci si può adattare benissimo anche se si è alle prime armi, basta seguire le sottostanti informazioni tecniche.

La procedura
Dunque siamo all'ultima fase di un intonaco. Per tale ragione si presume che già siano state attuate le altre precedenti e che sono illustrate nella pagina dell'arricciatura e in quella dell'intonaco.
A questo punto, una volta comprato un sacco di intonaco pronto, a grana piuttosto fino, in modo da avere una rugosità appena pronunciata sulla superficie, bisogna amalgamare la polvere del sacco con l'acqua. Si procede dentro un recipiente abbastanza largao, secondo quanto materiale serve, anche se è sempre possibile prepararne altro a mano a mano che si spande sul muro il precedente finito, e se ne prende una parte con il cucchiaiotto, una cazzuola di forma molto stretta e a punta, sempre di metallo. Tale materiale, nel frattempo, può esseer depositato sul fratazzo che si regge con l'altra mano.
Con la parte inferiore della cazzuola si spande il prodotto sulla parete, precedentemente bagnata con acqua. Quando si sarà ricioperto un mezzo metro quadrato circa, si potrà usare il fratazzo di spugna. Questo attrezzo deve essere ben pulito e bagnato a sua volta. Quindi si gira premendo sull'intonaco fino steso, in maniera da muoversi sempre nello stesso verso, orario oppure antiorario, non importa. Che non si dimentichi di non invertire il senso rotatorio perché il materiale si inclina diversamente e le ombre, quando tutto è finito, 
dimostrerebbero che non c'è stata cura nel lavoro.
Bisogna finire una parete tutta insieme, proprio per evitare che il materiale si asciughi troppo e non sia più possibile spanderlo girando. Servono pochi millimetri, appena unn paio. Per tale motivo bisogna agire quando il fino, perciò mezzo metro quadrato per volta, sia ancora fresco. E' la ragione che spiega come avvenga la finitura gradevole e che sa di antico.
Qualora si voglia fare prima una prova, si può tentare su un pezzo di muro diverso, oppure si può anche asportare ciò che è stato fatto se non risulta soddisfacente. Il sistema di bagnare quando il prodotto sulla parete appaia già secco, per riammorbidirlo, non sortisce effetto se non quello di rendere la superficie a vista meno rugosa e di aspetto scadente. Soprattutto rispetto a ciò che viene girato al momento e sul fresco.
Si tenga anche conto che il fino così dato, deve essere fresco ma non tanto da essere asportato dal movimento rotatorio del fratazzo di spugna.
Quando il lavoro sia finito non si dimentichi di lavare per bene la spugna del fratazzo che, diversamente, diverrebbe dura come una parete intonacata e l'attrezzo non sarebbe più utilizzabile. Durante il lavoro, invece, sarà possibile asportare i residui di materiale, ogni volta, con il taglio della cazzuola. Quindi si può usare ancora il taglio del fratazzo per raccogliere ciò che si è ottenuto e spanderlo sulla parete.

Il risparmio
Sembra difficile ma è abbastaza divertente, anche se è maggiormente faticoso operare su pareti orizzontali come può essere il soffitto di una stanza. Sui muri verticali basterà dotarsi di una scala a compasso oppure di un paio di tavole da sistemare su due sgabelli o, anche, su altri tipi di appoggi sicuri. Sarebbe il caso che qualcuno aiutasse chi lavora in alto, per evitare che egli debba scendere e risalire cento volte durante le operazioni.
La soddisfazione finale è garantita. Come il risparmio. E si può anche sostenere che non occorre pitturare se il risultato sia stato più che onorevole, perché tutto sarà già bianco.

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