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Attrezzi: la chiave registrabile per avvitare
Quando è necessario svitare dadi oppure avvitarli e stringerli con forza, occorre un utensile adatto alle dimensioni della testa. I casi nono due: o ci si dota di chiavi di varie misure, oppure si compra una chiave registrabile che, al costo molto più contenuto e più pratica, consente di operare senza peroccuparsi delle dimensioni sull'elemento dove agire. In commercio esistono vari tipi, vediamo le differenze in questa pagina.

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Il problema
Bisogna svitare un rubinetto che gocciola, oppure un flessibile rotto, oppure altro che abbia comunque un dado sul quale fare forza. In casa c'è qualche chiave ma non della misura giusta per l'intervento, o con la testa più piccola del dado o con quella più grande. A meno che non decidiamo di attrezzarci con tutte le misure possibili delle chiavi, dobbiamo inventarci altro per poter operare. Esiste un modo più pratico e meno costoso?
Certo che sì. Basta acquistare una chiave registrabile che, con il movimento di un apposito meccanismo, si adatta a ogni tipo di elemento da avvitare o svitare, oppure soltanto da tenere fermo mentre si lavora su di esso.

I tipi di chiavi registrabili in commercio
In commercio esistono alcune tipologie di chiavi che permettono la registrazione della bocca che afferra il pezzo sul quale operare. Il risultato cambia poco anche se, con dimensioni diverse di tale strumento, si ottengono sforzi molto differenti. E' abbastanza intuibile che con un manico più lungo e con un peso maggiore della chiave si potrà lavorare attorno a elementi di dimensioni anche maggiori e che, apparentemente, appaiono bloccati, magari dalla ruggine.
Vediamo tre tipi di chiave registrabile:
  1. la chiave inglese è, forse, la più nota, essa è dotato di un manico intero, ha una piccola ghiera appena sotto la bocca che l'allarga e la restringe secondo di come serve;
  2. un altro tipo, invece, di chiave registrabile è quella che consente di adattare la bocca con un movimento in verticale di una delle due ganasce, tramite un'apposita vite, fino a bloccarla quando si raggiunge la misura desiderata;
  3. la terza chiave è quella che ha una serie si incavi posti di fianco alle ganasce della bocca, allargando le due parti del manico, a forma di pinza, si sposta l'elemento maschio inserendolo nell'incavo che consente di operare, per esempio, su un determinato dado.
Questa terza chiave registrabile è quella che, poiché si può fare forza stringendo le due parti del manico stesso, ci si assicura che non ci siano spostamenti durante le operazioni. Mentre con la chiave inglese, tipo n.1, sarebbe possibile che non si riesca ad avvertire quando essa starebbe per sfuggire alla presa.
La chiave indicata al numero 2, in genere anche di dimensioni maggiori, è quella più indicata per lavori di idraulica ed è, difatti, più pesante e maggiormente adatta ai professionisti del ramo.
Per il fai da te si consiglia di dotarsi di una chiave del tipo n.3 che, in effetti, è la più pratica.

   
Il risparmio
Il costo di una chiave registrabile può partire da cinque euro, secondo i tipi e le dimensioni. Il tipo che consigliamo, l'ultima elencata, potrà servire anche come pinza perché ha le ganasce che stringono fino a uno spessore minimo e si avverte come blocca attravero il manico stesso. Per tale ragione è anche la più adatta a svariati usi che non siano solamente quelli di idraulica oppure di meccanica.
Il risparmio consiste soprattutto nel fatto che, con un solo attrezzo, si possono portare a termine molteplici lavori, su altrettanti diverse misure di ciò che debba essere avvitato o svitato.

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