Archeologia
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Una giornata d'autunno alle Civitelle, tremila anni fa
 
Come si svolgeva un giorno qualsiasi, d'autunno, nell'antico Sannio

I funghi

Le prime piogge di agosto annunciano che l'estate sta finendo. In montagna è così, ci si prepara presto all'inverno, l'autunno è una stagione breve, a volte dura un solo mese. Le cinte murarie sono state lasciate in modo che siano efficienti anche senza essere completate. Chissà un giorno se saranno davvero finite, ci si lavora da generazioni. Non si fa in tempo a chiuderne una che si aumenta di numero nel villaggio e occorre allargare il perimetro.
Una parte delle greggi si sta preparando per il lungo viaggio verso il sud e la pianura, il caldo. Il tratturo condurrà fino ai centri abitati della stessa tribù. Ci sono degli accordi, si è lo stesso popolo. Molti prodotti di queste parti sono stati caricati sui muli. Manca poco. Le pecore sono state di nuovo tosate, bisogna andare a scambiare la lana con l'olio di oliva benedetta, quello che gradiscono soprattutto i bambini del villaggio. Le carni macellate sono state essiccate per l'inverno, si conserverenno perv quando sarà difficile uscire di casa. Ormai gli animali che restano sono scarsi. 
Chissà se la miscischia dei decenni passati, la carne di pecora essiccata al sole di oggi, prima che arrivassero i frigoriferi, nell'età della pietra del ventesimo secolo, non sia qualcosa che derivi da quel mondo lontano.
La nebbia chiude gli sguardi quassù. Ancora c'è tempo per altri funghi da seccare o da mangiare freschi. Adesso ci sono quelli di bosco che molti ritengono di maggiore qualità. Per questo si esce in comitiva, non è mai troppo essere prudenti: molti animali selvatici e pericolosi si aggirano nei dintorni alla ricerca di cibo. Poi bisogna anche preparare le trappole per quando ci sarà la neve. Non solamente a protezione del villaggio quanto anche carne buona da mangiare.

Le uve, la paglia, i fichi

L'uva è abbastanza matura da prendere e pigiare. I grossi tini, costruiti con doghe a formare un circolo stretto da cerchioni incastrati, tutto di legno, ben custoditi nei depositi pubblici aspettano il nuovo mosto. Ai ragazzini piace così, dolce e non ancora trasformatosi in alcol quando, per essi, ce ne sarà soltanto un goccio. Bisogna essere lucidi per lavorare, difendersi, nel caso, e vivere.
Però, quando si devono spremere con i piedi i chicci, allora occorre l'opera instancabile dei più piccoli: un lungo divertimento al pari di quando si è insaccata la paglia dentro altri depositi, quasi fino al tetto. Mescolata al fango, sempre con lo stesso metodo della pigiatura, è possibile usarla per foderare le case internamente. Adesso è solamente il caso di otturare le parti che si sono staccate, d'inverno il vento fischia e il ghiaccio spacca tutto. Si tratta di una specie di intonaco che ricopre i massi fra paletti verticali di legno. Così sono i muri dove si vive.
Il lavoro è, perciò, inteso come gioco, anche se subito si capisce come ogni cosa sia indispensabile per continuare a credere. Come se si attendesse qualcosa, oppure qualcuno, a salvare. Forse quel monte sacro che adesso comincia a fare ombra fin dal primo pomeriggio. E i giorni si accorciano.
Anche i fichi, raccolti in abbondanza nelle campagne a valle, trasportati in recipienti di lato a ogni asino e ogni mulo, lungo sentieri che s'inerpicano fin su questi monti, sono pronti per essere essiccati al sole. Sempre che altra nebbia non cominci a rovinare tutto. Perciò ci si ciba subito di quella frutta che starebbe per inacidirsi.
Da un pezzo si sono accesi i camini, specialmente la lunga sera è fredda. C'è appena tempo per finire il vino dello scorso anno, quello che ormai deve essere eliminato per far posto al nuovo. Perciò ancora qualche falò, all'aperto, poi si riscalda sul fuoco e si offre una tazza ciascuno, specie ai maschi che, come si sa, bevono più delle donne. 
Non si canta, questa volta, si parla dei formaggi nella dispensa del villaggio: la stagione è stata buona. Poi si ragiona su come organizzarsi per la prossima neve mentre le caldarroste scoppiettano sulla brace.

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