La passione per la verità va oltre ciò che tutti noi crediamo. Si insinua nei nostri cuori, converte i ragionamenti, facilita gli atteggiamenti e le azioni. Ci fa diventare ciò che non sapremmo spiegare e vola in alto quando gli obiettivi sono da tutti apprezzati. L'archeologia, lo studio del nostro passato, l'indagine su ciò che fummo, i resti di ciò che c'era. Tutto è un susseguirsi di indizi volti a comprendere la nostra esistenza su questa terra e a chiederci con minore angoscia: chi siamo. Il seguente articolo ci è stato inviato dall'avv.Gianluigi Ciamarra, scopritore nel 1989 dei resti archeologici di Caselle sulla montagna di Civitanova del Sannio Incontri
ravvicinati Certamente è un
pretesto l’andar per funghi. L’esigenza è,
invece, quella di dimenticare al più presto la
città, sentirla lontana, scomparsa per sempre dietro quei monti. Ciò mi spinge,
ad ogni ritorno nella mia terra, ad un’ansiosa corsa
verso i suoi morbidi pascoli e i chiaroscuri del bosco, a fendervi
l’aria
mattutina. La ricerca dei funghi
riserva spesso inimmaginabili sorprese ……….! 28 luglio 1989:ripercorro
vecchi tracciati quasi
sempre in ascesa, a cercare la sconfinata veduta in direzione della
città che
ho lasciato. D’improvviso
la
sensazione di uscire dalla dimensione sino ad allora vissuta,
l’emozione di
tornare indietro nel tempo, complice il silenzio profondo. Anche le
piccole
creature del bosco ora tacciono e solo i battiti del mio cuore
testimoniano la
mia presenza. Quelle
mura
sono lì, innanzi a me; aspettano di essere viste e riconosciute, per
tanto
tempo trascurate da distratti viandanti. Attraverso
il
confine del mito e sono già con loro: i Sanniti ! Dio, quanto tempo mi
sento
sulla pelle e nella memoria ! E non riesco più a pensare al presente:
vedo
ovunque fantasmi; mi ritornano alla mente le aspre battaglie immaginate
sui
vecchi libri di storia, vittorie e sconfitte di cui ho anch’io provato
le gioie
e le umiliazioni; immagini di scene familiari consumate nell’attesa di
nuove “primavere
sacre”; oziose greggi riprendere
interminabili cammini. Raggiungo
la
vetta e conosco l’incanto. Turbinio di sentimenti e di emozioni. Ai
miei piedi
il vuoto seminato a verde, il mare di faggi e, lontano, a destra e a
sinistra,
ovunque, lo spazio, il tempo. Che parte e
ritorna. E si ferma. 22 agosto 1989:Le
mura hanno un nome e un’età. Nella
notte di vento la montagna geme e il suo richiamo mi giunge al paese
attraverso
il fiume e le valli. ___OOO___ Il territorio
molisano è ricco di siti
archeologici - alcuni già individuati e classificati, altri in attesa
di
esserlo - che testimoniano l’antica presenza, in esso, di un fiero
popolo,
campioni della libertà, i Sanniti, che, per dirla con il più
patriottico degli
storici romani, Tito Livio: “ Non
fuggivano la guerra, ed erano così lontani dallo stancarsi di una
difesa anche
senza successo della loro libertà, che preferivano essere conquistati,
piuttosto che rinunciare a sforzarsi di vincere”. La odierna
Sepino (CB), già Saepinum, città
romana costruita a valle
della sannita Saipins (Terravecchia), e la attuale
Pietrabbondante (IS), per alcuni studiosi l’antica Bovianum
Vetus, sede di un solenne Tempio e del Teatro italico,
rappresentano luoghi importanti della storia del Sannio, ancor oggi
vissuta in
un contesto ambientale di rara bellezza, dove il legame con la natura e
con il
paesaggio che fa da sfondo a questi affascinanti siti pare essere
eterno. “Pare
essere eterno” …. Ma riuscirà ad esserlo? Preoccupanti
segnali (e forse più
che segnali) si levano sul futuro del Molise e sui suoi luoghi
emblematici:
l’industria dell’eolico e del fotovoltaico aggredisce quotidianamente
questa
terra, il suo paesaggio e il suo ambiente naturale, modificandoli nelle
sue
componenti e nei suoi aspetti più peculiari, quali i panorami, qui
ovunque estesi, ampi e solenni, ma presi ad essere violentati,
sui
crinali dei monti, dalla bruttura delle torri eoliche, “cimiteri
d’alta quota”. Gianluigi
Ciamarra |
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